Le opere pittoriche di Sandro Borroni. La “blindatura” del colore per conoscere la Lombardia
La rubrica di arte pittorica collegata a itinerari turistici, con opere di Sandro Borroni, ci riporta a Milano. Il pittore boffalorese Sandro Borroni,attraverso le sue opere realizzate con una tecnica innovativa e di avanguardia, ci condurrà infatti per tutto il 2020 alla scoperta di Milano, della Lombardia, dell’Italia e del mondo intero. Prendendo spunto dai quadri di Borroni, proponiamo accenni storici e curiosità legati ai luoghi citati, cosicchè si possano scegliere come mete turistiche. “Co Notizie”, infatti, copre la Lombardia ed essendo on line può raggiungere anche mete lontane. Non resta dunque che viaggiare nella magia delle opere dell’artista e sui passi della storia!
Sandro Borroni

SANDRO BORRONI nasce a Legnano nel 1944. Vive e lavora a Boffalora sopra Ticino (MI). Ha iniziato il suo percorso artistico da autodidatta e questo gli ha permesso di non subire la fascinazione degli stili pittorici dei grandi nomi della pittura mondiale, ma di seguire la sua genialità e capacità che l’ha condotto ad ideare una nuova tecnica pittorica: la BLINDATURA DEL COLORE, che consiste nell’inserimento dei colori ad olio all’interno di “cordoncini” che ne delimitano gli spazi, creando armonie cromatiche in una sintesi di ensemble di luci e colori.
Nella sua pittura, i temi ricorrenti sono le vedute urbane, i siti industriali o cantieri navali, identità passate e future delle nostre città. La scelta del soggetto è frutto di studi approfonditi e, dietro ad ogni analisi operata dall’artista, c’è sempre la motivazione. Ogni sua opera racconta cioè una storia.
Le sue tele sono realizzate con minuzia di particolari e i colori, blindati nelle linee in rilievo del cordoncino bianco, creano suggestioni bidimensionali che emozionano, danno nuovo significato agli spazi consueti che circondano e creano il quotidiano. Per visitare la galleria dell’artista, basta collegarsi a www.sandroborroni.com
Opera della settimana

“Si tratta di un trittico eseguito nel 2017 – spiega il pittore – Santa Maria Delle Grazie. Basilica e santuario. Appartiene all’ordine Domenicano. Osservando l’opera sul piazzale della chiesa a sinistra dell’ ingresso principale si nota il museo (Cenacolo) dove si può ammirare la Cena di Leonardo Da Vinci”.
Accenni storici e itinerari turistici
La congregazione di Domenicani, ricevette in dono nel 1460 un appezzamento di terreno dal conte Gaspare Vimercati condottiero al servizio degli Sforza.

Su questo terreno si trovavano una piccola cappella dedicata a Santa Maria delle Grazie, e un edificio a corte a uso delle truppe del Vimercati. Il 10 settembre 1463 viene posata la prima pietra del complesso conventuale.

Fu il secondo sito italiano dopo le a essere classificato come patrimonio dell’umanità dall’Unesco, insieme con l’affresco del Cenacolo di Leonardo da Vinci che si trova nel refettorio del convento.

La sala di Pietro Maschera, rettangolare, ha un’elaborata copertura costituita da una volta a botte “unghiata”, che si conclude nelle testate con volte “a ombrello”. All’interno era interamente decorata ad affresco sulle pareti e sulla volta. A seguito del crollo della volta e delle pareti principali, restano le due pareti terminali con l’ultima cena di Leonardo da Vinci a destra e a sinistra la Crocifissione di Donato Montorfano, temi consueti per la decorazione dei refettori conventuali.