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Buon Natale e buone feste 2019 ai bambini strappati ai genitori dallo stato

Milano. Buon Natale e buone feste 2019. Nelle piazze di tante città italiane ieri si è tenuto un presidio di genitori che si sono visti strappare i bambini in modo illecito, senza motivo, per ricoverarli in comunità. Comunità dove non possono più vivere una vita normale.

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In Italia abbiamo attualmente 60mila bambini imprigionati nelle comunità protette, e che vogliono tornare a casa dai loro genitori. Solo 1200 casi nuovi quest’anno. Milano non indenne, anzi, Come non lo è la Lombardia. Sono sotto l’occhio di una grande lente d’ingrandimento, che si muove dal tribunale dei minori all’organizzazione delle assistenti sociali.

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Prigioni, non comunità protette

Non sto dando di matto o accusando a vanvera. Un bambino che urla che vuole tornare a casa dalla mamma e dal papà e viene trattenuto in una struttura in cui può vedere i genitori, quando va bene, una volta ogni 15 giorni, per un’ora, è in prigione. Se li può vedere solo in uno spazio neutro, cioè in una sala lontana dalla comunità in cui vive, è in prigione. Quando i genitori non possono sapere dove il bambino viene tenuto, il bambino è stato rapito. Se il bambino non è più padrone nemmeno dei suoi vestiti, se non può essere abbracciato, coccolato e non può fare i capricci senza che a qualcuno lo psicoanalizzi, è in prigione.

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Di fronte a pochissimi casi in cui l’allontanamento dalla famiglia ha delle ragioni serie, queste comunità sono pieni di bambini tolti ai genitori per questioni economiche. I bambini rimangono in comunità per anni, spesso fino alla maggior età. Le rette di questi istituti sono pagate dai comuni, che spedono cifre irragionevolmente alte per mantenere queste comunità. Sono istituzioni che hanno bisogno di un continuo arrivo di bambini per sopravvivere.

I bambini degli zingari

Una fonte abbastanza vicina elle prefetture mi ha risposto ad una domanda che è sorta naturale. ” ma se la povertà la scarsa igiene e l’abitazione non adatta sono la causa dell’allontanamento dei bambini dalle famiglie come mai non vanno a prendere i bambini nei campi nomadi abusivi, dove vivono fra topi e sporcizia e imparano a rubare prima ancora di aver smesso di essere allattati?” La risposta della fonte, che non vuole far conoscere il suo nome è stata: ” non si può andare a prendere i bambini degli zingari perchè anche se vivono male, diventerebbe un problema di ordine pubblico.” Si insomma, le famiglie si ribellerebbero con violenza ai tentativi di portare via i loro bambini.

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Gli italiani si fidano troppo

Le famiglie italiane, invece, specie se sono della piccola borghesia e in difficoltà economica, tendono a fidarsi del sistema, a lasciarsi torturare e a seguire le regole, a pagare gli avvocati, ctu, ctp, psicologi e anche psichiatri, con il risultato che chi usa il potere, che gli è dato dallo stato, in questo modo fuorviato ottiene ciò che vuole. Non il bene dei bambini, ma il mantenimento del business degli affidi, che è un affare miliardario pagato con fondi pubblici.

Buon Natale e buone feste 2019

Sono dura? Dò delle miei opinioni personali? Non proprio. Direi piuttosto che sto facendo la sintesi che si può trarre da storie che vi racconterò ancora. Storie terribili, inaccettabili per un paese che vuole definirsi civile. Buon Natale e Buone Feste 2019, e quando volete fare un atto di bontà a Natale, ricordatevi di cominciare ad aprire gli occhi durante tutto l’anno.

Nota della redazione
I giornalisti di Co Notizie News Zoom lavorano duramente per informare e seguono l'evoluzione di ogni fatto. L'articolo che state leggendo va, però, contestualizzato alla data in cui è stato scritto. Qui in basso c'è un libero spazio per i commenti. Garantisce la nostra libertà e autonomia di giornalisti e il vostro diritto di replica, di segnalazione e di rettifica. Usatelo!Diventerà un arricchimento della cronaca in un mondo governato da internet, dove dimenticare e farsi dimenticare è difficile, ma dove la verità ha grande spazio.

Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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