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Da sotto il distributore emerge la storia, ora al centro di un progetto di riqualificazione

Milano. Piazza Baiamonti e porta Comasina un tempo erano la sede delle mura spagnole, quelle che circondavano la città a metà del 1500. Spono tornate alla luce nel 2017 e tutto il viale ora è al centro di un progetto di riqualificazione che vedrà la luce dal 2020.

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Le mura spagnole di Milano

Erano i tempi di Don Ferrante Gonzaga, governatore spagnolo delal città. Ne aveva ampliato le mura difensive partendo dal Castello sforzesco. le tante trasformazioni della città nonchè le tante guerre vissuste ne avevano quasi cancellato i resti. Nel 2017 la dismissione del distributore di benzina della Tamoil ha riportato alla luce le fondamenta sia delle mura sia dei contrafforti interni. Segnavano il confine della città e al loro esterno correva il fossato difensivo in cui correvano le acque deviate dai navigli e dai tanti torrenti e risorgive che percorrevano la campagne circostanti. Il bastione delle mura spagnole sono la cuspide più avanzata delle mura spagnole a nord, sulla via Comasina, il primo baluardo a destra del Castello. Altri resti corrono paralleli alla Feltrinelli; una porzione più consistente in elevato, in mattoni e blocchi in ceppo d’Adda, è stata attentamente restaurata. Il bastione fa parte delle mura lunghe circa 11 chilometri (le più estese in lunghezza a quell’epoca in Europa), realizzate tra il 1550 e il 1560 e nel 1700 gli spalti furono trasformati in una romantica passeggiata con giardini pensili e panchine.

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Le due piramidi

Una conferenza a Palazzo Litta, organizzata dalla Soprintendenza delle belle arti e dal Comune, ha messo in luce i ritrovamenti archeologici. Le zone di Piazzale Baiamonti tra viale Crispi, viale Pasubio e i bastioni di Porta Volta saranno riqualificate, nell’ambito del piano integrato di intervento approvato nel 2010 che ora arriva a realizzazione. Ci sarà un’ampia area verde alberata in cui si inserirà la parte mancante del progetto dallo studio Herzog & De Meuron che comprendeva anche l’edificio della Fondazione Feltrinelli, completato nel 2016. Originariamente avrebbe infatti dovuto esserci una seconda “piramide” gemella lungo un’area comunale di viale Montello, dove per quasi 60 anni è stato attivo il distributore di benzina Tamoil e dove sono state ritrovate le mura spagnole. La seconda piramid disegnata dai progettisti dello studio Herzog & De Meuron, sorgerà nell’area adiacente lungo viale Montello, alle spalle del casello daziario, costruito nel 1880 dall’arch. Cesare Beruto .

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Le nuove prescrizioni delle Belle arti escludono ogni interferenza con i ritrovamenti archeologici. Il progetto per il nuovo edificio è stato ridotto a circa 600 metri quadrati e i diritti edificatori collocabili sono passati da 3.035 a 2.816 metri quadrati di slp con destinazione terziario. Secondo la nuova configurazione, sui 2.200 metri quadrati compresi tra viale Montello e via Volta nascerà un edificio più piccolo rispetto a quello della Feltrinelli, spazi pubblici per 700 mq, finalizzati alla valorizzazione degli scavi archeologici, e una nuova area verde di 550 mq adiacente al Giardino Condiviso Lea Garofalo, circa 1800 mq di verde gestito dai cittadini. Entro la fine del 2019 sarà individuato uno sviluppatore privato che realizzerà l’intervento. Gli oneri di urbanizzazione saranno vincolati alla manutenzione dei caselli e alla piantumazione dei parcheggi lungo i Bastioni di Porta Volta e alla realizzazione di un filare alberato lungo viale Pasubio. In particolare, si prevede un nuovo filare alberato di 250 metri composto da circa 35 alberi lungo viale Pasubio e una nuova area verde di circa 2.000 metri quadrati lungo i Bastioni di Porta Volta. Si prevede anche il rifacimento di tutti i marciapiedi lungo viale Montello e via Volta e il completamento del percorso ciclopedonale lungo viale Montegrappa. 

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“Lo studio  Herzog & De Meuron – secondo la soprintendente Antonella Ranaldi – ha progettato un intervento unitario ‘geniale’ nelle soluzioni architettoniche del taglio obliquo alle estremità e del telaio modulare esteso all’intero involucro, creando effetti ottici particolari giocati sulla geometria delle rette parallele su piani verticali e inclinati. Il completamento prevede la stecca gemella, ma molto più corta in modo sia mantenuto il Giardino Condiviso. Durante la bonifica della Tamoil sono emersi a – 40 centimetri di profondità tratti significativi del bastione. Si è chiesto di mantenerne questa testimonianza che permette di leggere la pianta del baluardo a cuspide. Ciò ha comportato l’eliminazione dei piani interrati e anche una modifica del progetto in modo che i resti archeologici fossero visibili, come area pubblica, all’interno e all’esterno a giardino. Il rinvenimento non è stato un ‘accidente’ di percorso, ma un’occasione ben accolta dal Comune e dai progettisti, in linea con l’intervento ispirato in modo calligrafico al bastione a formare la nuova cuspide moderna, nella compresenza, nel progetto rivisto, tra memoria, rinvenimenti archeologici e contemporaneità in una sistemazione urbana e paesaggistica con filari alberati”. 

Per lo studio di progettazione Herzog & de Meuron “L’intervento di Porta Volta è un progetto intrinsecamente milanese, inserito in un’ampia nuova area verde ad uso pubblico. Con la loro scala, struttura, ripetizione e l’essere stati ideati come costruzioni gemelle, i nuovi edifici attingono ai temi dell’urbanistica e architettura milanese, che nel corso della storia hanno prodotto una serie di edifici emblematici, per i quali la città di Milano è largamente conosciuta e ammirata”. 

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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