Vittuone

Truffa allo zolfo

Farabutti che si spacciano per addetti al servizio idrico. La storia si ripete a Vittuone ma i truffatori, si sa, agiscono indistintamente in un Comune o in un altro. Da qui, il monito del figlio di un’anziana (presa di mira da questi malfattori martedì 10 settembre 2019) di vigilare. Lo stesso ha fornito anche un “identikit”: il primo molto giovane, italiano e sui 20/21 anni; il secondo più grande; entrambi ben vestiti e il secondo vestito di scuro con una sorta di divisa e cappello. Ecco il suo racconto.

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Il tentativo di truffa

“Si è presentato da mia madre uno di questi individui dicendo che doveva fare la lettura del contatore dell’acqua -spiega F.Q.Q. – Ha fatto finta di leggere i dati (aveva in mano una specie di apparecchio elettronico) e ha affermato che doveva fare delle verifiche in casa sulle tubature perché avevano una segnalazione in merito da parte del Comune. Sosteneva che ci fossero delle infiltrazioni sulla linea idrica. Mia madre ha fatto entrare il tizio che poi, armeggiando nel lavandino della cucina, ha versato una qualche sostanza che puzzava tremendamente di zolfo. Quindi questa persona ha detto: Vede signora? Sente questo odore? C’è una infiltrazione; dobbiamo fare dei lavori e chiudera l’acqua. Nel frattempo un secondo individuo, che a detta di mia madre sembrava in divisa, sì è intrufolato in casa. Il primo tizio aveva lasciato porta e cancelletto aperto. Quando mia madre, anziana ma in gamba, lo ha visto andare verso il bagno ha chiesto: Ma scusi chi è quello? E il tizio ha risposto: E’ un mio collega carabiniere che verifica che sia fatto tutto il lavoro”.

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La signora non ci casca

A quel punto la signora mangia la foglia. Il tizio, stando al racconto del figlio, si dirige comunque verso il bagno per controllare il rubinetto ed anche li avrebbe sparso a suo dire qualche sostanza puzzolente. “A un certo punto – prosegue nel racconto – il primo tizio dice a mia madre di prendere il cellulare ed eventuali preziosi e di metterli in frigorifero perché la sostanza che veniva fuori dalle tubature e puzzava di zolfo avrebbe annerito e rovinato il cellulare ed i gioielli. Mia madre si è rifiutata perché la cosa era completamente senza senso e, tenendo il cellulare in mano, ha detto che avrebbe chiamato qualcuno che abitatava lì a fianco. In breve, e senza che lei nemmeno si accorgesse, i due tizi hanno preso la porta e sono spariti. Successivamente sono stati avvisati i Carabinieri che sono venuti sul posto ed hanno annotato il tutto”.

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Nota della redazione
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Cristina Garavaglia

Giornalista

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