Politica

Salvini, di Maio, la crisi e la guerra dei meme

Crisi di governo. La crisi di governo innescata il 10 agosto ha scatenato una guerra tra le pagine di internet e ha dato puro ossigeno alla fantasia e alla creatività della comunicazione politica. Ogni messaggio oggi si veicola attraverso i meme. Però ci sono anche i veri motivi. La melina nelle riforme, e il sospetto di un tentativo di impantanare il governo fino ad arrivare a concretizzare un accordo 5stelle – pd.

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Non c’è leghista, nuovo o vecchio che sia, che in questi ultimi due giorni non si sia trovato con il pannello di messanger e la pagina Facebook inondata di insulti e di accuse contro Matteo Salvini veicolati attraverso meme, cioè immaginette formato responsive, da parte di tutti i suoi oppositori politici. Spesso sono meme catastrofici che accusano Salvini e la lega di ogni male. Ce ne sono stati di tutti i tipi e colori e nascono sopratutto sulle pagine dei grillini. Qua una piccola selezione.

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La risposta di Matteo Salvini

Da parte sua il movimento leghista ha risposto con la stessa arma, diffondendo sui social alcuni meme di risposta. Un po’ come se fosse la contraerea. Alla diffusione partecipano tutti, Sinistra, destra, grillini e pd. In questa attività di diffusione sono attivi talmente tanti profili Facebook che è difficile capire chi spara e perchè. Sembra quasi che improvvisamente gli italiani siano passati da 60 milioni a 120 milioni e che tutti si siano collegati contemporaneamente a Facebook per inviare meme.

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Il rischio del governo Pd – 5 stelle all’alba della crisi di governo

Già da prima delle elezioni europee voci dicevano che “qualcosa nel governo doveva cambiare”. Si sussurrava la voce di ottobre. Da parte dei 5 stelle c’erano stati troppi tentativi di far melina e di tirare in lungo su ciò che nel Contratto di governo interessava la Lega, come la Flat tax e l’autonomia delle regioni. Va ricordato che in Lombardia il movimento 5 stelle ha votato per il referendum lombardo sull’autonomia. Anzi, se non fosse stato per il M5S della Lombardia il referendum sull’autonomia non ci sarebbe stato, ma che quel voto nel consiglio regionale della Lombardia del 2015 (furono 3 voti) rischiarono di mandare in pezzi il movimento 5 stelle a Roma, dove spesso i 5 stelle facevano da stampella a Matteo Renzi, quando gli veniva a mancare quella di Forza Italia.

Tirare in lungo con Salvini per preparare il governo con Renzi

Nelle scorse settimane si è visto come il movimento 5 stelle fosse disponibile a concedere alla Lega qualunque cosa, meno che la realizzazione dell’autonomie regionali, vero punto focale della Lega nel contratto di governo. L’impressione che hanno dato è che volessero prendere tempo, tener buoni i leghisti intanto che si concretizzava la possibilità di un accordo proprio con Matteo Renzi.

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Conte ha sottovalutato Matteo Salvini?

meme. Salvini, di Maio, la crisi e la guerra dei meme - 12/08/2019

Sembrerebbe di si. Eppure non era possibile credere che Salvini e la lega non avessero capito che nei 5 stelle stavano preparando la strada al cambio. Forse Conte ha pensato che Matteo Salvini non avesse il coraggio di buttare all’aria 7 ministeri in una sera di agosto. Un errore di valutazione davvero enorme. La Lombardia, il Veneto, e anche nelle altre regioni a conduzione leghista o di centro destra, dove i governatori premono su Salvini per la realizzazione concreta delle riforme fiscali, della giustizia e dell’autonomia, non accetterebbero altri rinvii. La tempistica per un voto ad ottobre c’è. La scelta di un governo tecnico non avrebbe scusanti. Le percentuali sono tutte a favore di Salvini e della lega. La gente di tutta italia lo ama e ne riconosce il valore. Perchè mai lui e la lega avrebbero dovuto aspettare lo scatto della trappola, a settembre?

Il voto a ottobre o un governo pd 5 stelle?

Queste sono le due opzioni con cui dovrà confrontarsi ora il presidente Mattarella. Formare un governo tecnico con PD e 5 stelle, che includa anche la solita parte di Forza italia, e che sia impantanato per almeno 2 anni nel tentativo di fare una riforma costituzionale per tagliare 345 parlamentari oppure rimandare il paese al voto ad ottobre e vedere se qualcuno ottiene la maggioranza?

Il voto sembra, stando così le cose, la scelta più saggia. Magari però anche lui seguirà la moda e comunicherà la sua decisione con dei meme… uno per ogni possibile primo ministro che proporrà, da domani, nel tentativo di risolvere la crisi.

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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