“Nonna! Hanno arrestato…” ma è una truffa
Milano. I carabinieri del nucleo investigativo sono risaliti, dopo lunghe indagini, alla identità di un pendolare della truffa agli anziani. L’uomo un napoletano di 22 anni, è stato arrestato lo scorso 16 luglio a Bagnoli. Il 3 luglio 2018 aveva truffato una donna di 93 anni in via Rimembranze di Lambrate.
La truffa è quella tipica delle batterie organizzate dalla malavita napoletana. Chiamano un’ anziano al telefono e la convincono che il figlio, o la figlia, ha avuto un incidente ed è stato arrestato. Per liberarlo sono necessari dei soldi, per pagare una cauzione e le spese legali. Basta un anticipo. La donna si spaventa, si lascia convincere dal telefonista e corre a radunare tutti gli oggetti di valore e i contanti che ha. Poi arriva il truffatore e si porta via tutto. In questo caso il truffatore si era fatto consegnare 500 euro in contanti e altrettanti in gioielli.
Gli uomini del nucleo investigativo dei carabinieri non hanno mai mollato. Nonostante sia passato un anno le indagini non si sono mai fermate. Hanno esaminato le telecamere, fra cui una che si trovava proprio sopra la porta di ingresso dell’abitazione dell’anziana. Nel video si vede infatti l’uomo che arriva, entra nel condominio, ne esce e poi riparte. Gli investigatori dell’arma hanno cercato nei social alcune corrispondenze, hanno controllato i tabulati dei telefoni cellulari, hanno rintracciato l’auto a noleggio utlilizzata per la truffa, una Y10 scura con gli interni rossi. Infine hanno potuto consegnare al Pm Serafini, che ha seguito il caso ed è molto attento alle truffe agli anziani, un rapporto completo. L’uomo che si è recato a casa della donna a ritirare denaro e gioielli è stato così identificato in modo certo, ha avuto un nome e un volto, e i carabinieri sono andati a prenderlo acasa. Il Pm infatti, ha richiesto per lui la custodia in carcere. Le indagini continuano con confronti con casi simili. E’ raro infatti che un truffatore siimile venga a Milano per compiere una sola truffa.
Purtroppo in questo caso non è stato possibile recuperare la refurtiva, anche se la legge prevede che, una volta dimostrate le responsabilità nella truffa, questi, oltre alla pena detentiva in carcere, debba risarcire la vittima.
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