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Capannoni e traffico di rifiuti. L’on Cecchetti (Lega) chiede l’azione del ministro dell’ambiente

In Lombardia avviene un traffico di rifiuti della cui provenienza non c’è certezza. Non si tratta però di rifiuti prodotti in Lombardia. Questo sembra chiaro per 2 ragioni. La prima è che sono classificati, quando scoperti, come rifiuti speciali, e i rifiuti speciali in Lombardia dovrebbero essere censiti così come le aziende che li producono. La seconda ragione è che il più delle volte sembrano rifiuti indifferenziati, cioè materiali che, se di produzione lombarda, sarebbero entrati nel ciclo della raccolta differenziata.

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Da dove vengono, quindi? Non è difficile sospettarlo. Si è allentata la maglia che impediva il trasferimento in Lombardia di rifiuti da altre regioni, che non hanno un grande rapporto con la raccolta differenziata e con il corretto smaltimento dei rifiuti. Il fenomeno dei roghi di capannoni contenenti alcune migliaia di tonnellate di rifiuti, anche se sono stati pochi episodi, hanno fatto nascere immediatamente il dubbio di un traffico organizzato e illecito.

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L’accusa per organizzatori e complici, in questi casi sono di associazione a delinquere e reati ambientali. Questo succede quando li si scopre, ovviamente. Il rogo è solo l’atto finale, altamente nocivo per la salute delle persone, molto visibile, ma che, guardando i fatti dal punto di vista del delinquente, fa sparire tutte le prove.

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Prevenire meglio che curare

Però, per prevenire i roghi, i capannoni pieni di rifiuti vanno individuati in anticipo, quando i capannoni sono ancora in fase di riempimento. Da questo pensiero nasce probabilmente l’interrogazione presentata oggi dal deputato Fabrizio Cecchetti al Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa.

“Dopo i gravissimi avvenimenti successi, tra cui quelli della notte di domenica 14 e lunedì 15 ottobre nella periferia di Milano, dove sono andati in fiamme capannoni in cui vi erano stoccate oltre 16mila metri cubi di ecoballe riempite di carta, plastica, gommapiuma, legno e altri materiali” scrive, in una nota, l’on. Fabrizio Cecchetti, Vicepresidente del Gruppo Lega alla Camera dei Deputati. “Auspico che il ‘Modello di Pavia’, promosso dalla Prefettura competente, sia adottato da tutti i prefetti.

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Questo in modo da ottenere una mappatura completa di tutti i territori, censendo i capannoni abbandonati o sfitti e coinvolgendo gli enti locali. E’ necessario contrastare e prevenire il pericolo che simili fatti vergognosi non succedano più. Auspico inoltre che chi commette queste gravi azioni sul nostro territorio sia punito con pene esemplari”.

Importanti le segnalazioni dei cittadini

E’ grazie alle segnalazioni di cittadini che si possono anticipare e bloccare sul nascere questi gravissimi reati ambientali. Negli ultimi giorni sono stati scoperti due capannoni che abusivamente erano stati riempiti di rifiuti. In un caso si era trattato di un capannone affittato appositamente con lo scopo dello stoccaggio di rifiuti, ma senza permessi. Nell’altro, invece, si era trattato dell’accumulo di rifiuti nel tempo. Era dovuto alla numerosa continua frequentazione di clandestini e altri disperati del capannone, abbandonato da molto tempo e ormai diventato un problema sociale. In ambedue i casi l’intervento delle forze dell’ordine e dei vigili del fuoco è risultati risolutivo.

I carabinieri, su mandato dei magistrati, hanno accertato il reato ambientale e posto sotto sequestro i capannoni, prima che il solito rogo potesse far sparire le prove di quanto successo. Cecchetti ne fa menzione, nella sua interrogazione. “Grazie alle segnalazioni di cittadini nei giorni scorsi le forze dell’ordine, con l’ausilio dei vigili del fuoco, sono riusciti a sequestrare due capannoni adibiti a discarica nei comuni di Arluno ed Ossona evitando che venissero dati alle fiamme”.

L’on. Cecchetti ha sottolineato che l’interrogazione serve a stimolare l’intervento ministeriale. “Affinché ci relazioni in che modo intende affrontare le gravi problematiche di emergenza e di inquinamento diffuso dai roghi di depositi di rifiuti legali, o illegali, che hanno raggiunto livelli di guardia su tutto il territorio nazionale.”

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica. Ora scrivo su alcune testate, coordino portali di informazione, sono una giornalista, e una Web and Seo Editor Specialist

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