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Incendio di Milano. Raffaele Cattaneo: “Quei rifiuti non dovevano esserci”

Milano. Una forte dichiarazione dell’assessore all’ambiente di Regione Lombardia, Raffaele Cattaneo anticipa il giudizio sull’incendio di via Chiasserini e apre scenari sulla situazione.

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Non ha ancora finito di bruciare il capannone di via Chiarissini in cui sono andati a fuoco 16mila metri quadri di rifiuti speciali.  Fortunatamente sembra non esserci pericolo per la salute delle persone che vivono vicino alle zone dove si è sviluppato l’incendio. E’ confermato che si trattava di rifiuti speciali. Non erano però materiali che, bruciando, potessero emettere fumi tossici.

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Il capo della squadra mobile della questura di Milano, Lorenzo Bucossi, questa mattina ha detto che è in attesa della relazione dei vigili del fuoco.  Da questa relazione si potrà ragionare sui possibili scenari che potrebbero configurarsi dietro a questo grande incendio.

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E’, però, l’assessore all’ambiente e al clima di regione Lombardia, Raffaele Cattaneo, che rompe gli indugi. Dà alcune informazioni che alzano di molto l’asticella dell’attenzione sul rogo di Quarto Oggiaro. Informazioni che sembrano essere tessere di un mosaico. Da sole non dicono molto, ma inserite in un contesto più ampio, mostrano quello che potrebbe diventare il quadro della situazione.

La Lombardia non è la terra dei fuochi, però…

“La Lombardia non è la terra dei fuochi, ma è anche vero che c’è un tema legato ad episodi che si stanno verificando con una frequenza maggiore e che ci preoccupano, ma dobbiamo ricordare che in Lombardia abbiamo oltre 3000 impianti autorizzati e gli incendi sono meno di 20 all’anno”. Ha detto l’assessore dopo aver effettuato un sopralluogo in via Chiarissini. Raffaele Cattaneo infatti riferisce che appena lo scorso giovedì (l’11 ottobre) in quel capannone vi era stata una ispezione da parte del personale della città metropolitana. “La ditta era già attenzionata dalle istituzioni: l’incendio si verificato pochi giorni dopo una verifica ispettiva. Erano già emerse una serie di criticità compreso il fatto che qui erano stoccati 16.000 mq di rifiuti che non ci dovevano essere e che sono quelli che hanno preso fuoco”

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Questa informazione può essere letta insieme alle indagini, comunicate dai carabinieri forestali sull’incendio di Corteolona. In quel caso, in una delle aziende con permessi di stoccaggio di rifiuti c’erano in deposito anche 5mila tonnellate di rifiuti in più rispetto a quello che era loro consentito. i tanti episodi aumentano il sospetto che in Lombardia si sia instaurato un sistema di eliminazione dei rifiuti che segue la stessa filosofia della Terra dei fuochi. E’ comunque difficile pensare che in Lombardia un simile modo possa passare inosservato.

Rischi per la salute

Dal Comune di Milano, anche se con qualche ritardo, è infine arrivato qualche consiglio agli abitanti nella zona dell’incendio, come quello di tenere chiuse le finestre. “I primi controlli fanno ritenere che non ci siano evidenze di criticità particolari dal punto di vista degli inquinanti. I controlli proseguiranno anche nelle prossime ore”, ha aggiunto Raffaele Cattaneo questa mattina. Gli assessori e i tecnici intervenuti hanno creato una task force operativa che si è data appuntamento per giovedì prossimo così da verificare anche i dati di Arpa.

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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima come cronista, critica gastronomica e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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