Zucchi. Salvi i posti di lavoro e immobili alle banche
Casorezzo – Gli immobili del gruppo Zucchi passeranno di proprietà delle banche finanziatrici del grande gruppo industriale tramite una Spv o un fondo. Questa è la clausola dell accordo per la ristrutturazione del debito che l’azienda, la Vincenzo Zucchi spa ha firmato, lo scorso 23 dicembre 2015, con il pool di istituti bancari composto da Unicredit S.p.A., Intesa Sanpaolo S.p.A., Banca Popolare di Milano S.c.a.r.l., Banca Popolare di Bergamo S.p.A. nonché Banca Nazionale del Lavoro S.p.A., Astrance Capital S.A.S., GB Holding S.r.l. e Gianluigi Buffon, che l’hanno finanziata per 49milioni di euro. E’ l’atto concreto per il salvataggio degli oltre 600 posti di lavoro della Zucchi di cui si era già parlato a Ottobre anche con Regione Lombardia.
Il 10 marzo scorso, il consiglio di amministrazione della Vincenzo Zucchi ha approvato la relazione finanziaria semestrale e il resoconto intermedio di gestione giugno-settembre 2015 e negli allegati sottoposti a votazione vi era anche la richiesta di presa d’atto dell’accordo con le banche che porterà alla cessione degli immobili, fra cui sono indicati anche quelli di Casorezzo e Rescaldina. In questo accordo di ristrutturazione del debito, che migliora lo stato patrimoniale della Vincenzo Zucchi, e che in via di completamento delle pratiche relative, rientrano tutti i rapporti che sono in atto relativi agli immobili stessi. A Casorezzo l’area Zucchi è stata in parte acquisita dal Comune, che vi ha trasferito il Municipio, e sono in essere un comodato d’uso per i locali del Museo dei tessuti, e gli accordi per completamento di alcune strutture ( se on ricordo male una palestra di dimensioni adeguate alle partite di basket di serie A, oltre che alla costruzione di una serie di medie strutture commerciali che facevano parte dell’accordo per il recupero dell’area industriale. Negli accodi sono compresi anche i contratti di 5 dipendenti della società. La nostra fonte è un articolo apparso ieri sulla sezione dedicata alla finanza de La Stampa.
Sulla crisi della Zucchi era intervenuto anche i vicepresidente del consiglio regionale Fabrizio Cecchetti, chiedendo i seguire con attenzione ogni passaggio arriando così, ad ottobre, a una Importante proroga per la Zucchi e per i suoi dipendenti. che ha fatto sperare bene per il mantenimento dei 600 posti di lavoro del gruppo Zucchi. A novembre 2015 la Crisi Zucchi si è avviata verso una soluzione positiva fino all’arrivo dell’approvazione di questi giorni.
Nell’accordo di ristrutturazione del debito con le banche è prevista la scelta, da parte della Zucchi, fra due opzioni. Potrà scegliere di costituire una SpV alla quale sarà conferito un ramo d’azienda che comprende il debito trasferito dalle banche (30milioni di euro) gli immobili e tutti i rapporti connessi e i rapporti con 5 dipendenti. Oppure, in alternativa, la Zucchi potrà scegliere di conferire gli immobili in un fondo di investimento immobiliare gradito alle banche finanziatrici.
La SpV è una Società per Progetto (Special Purpose Vehicle) utilizzata per le costruzioni immobiliare e per i rapporti con gli enti pubblici ed è descritta e disciplinata all’art. 37 della legge Merloni (109/94, art. 37).
In ambedue i casi alla banca sarà riconosciuta il 75% dei proventi della vendita degli immobili, al netto dell’importo del debito da restituire.
Per il resto del bilancio e riguardo al bilancio di insieme la relazione presentata descrive una grande azienda in difficoltà economica, come tutte, ma che mantiene l’operatività industriale grazie alla drastica diminuzione dei costi ottenuta con la chiusura di punti vendita diretti, specialmente da parte della filiale brasiliana. Dalle relazioni presentate risulta che il fatturato del gruppo al 30 giugno 2015 è stato di 44 milioni di euro, il 3,2% in meno rispetto ai 45,4 milioni di euro del 30 giugno 2014 e si dà la responsabilità di questo al calo generale dei consumi sul mercato italiano e in alcuni paesi in cui la Zucchi opera, oltre alla richiesta di attuare la procedura di “concordato in bianco” da part della Business Unit “Zucchi e filiali”, che è di fatto un riconoscimento di cattiva solvibilità da parte dell’imprenditore che chiede un accordo con i debitori per soddisfare una parziale soddisfazione di debiti che potrebbero portare alla richiesta di fallimento.
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