Voto elettronico e Referendum Lombardia. PD contro
Milano – Arrivano i conti della ragioneria dello stato italiano sul residuo fiscale della Lombardia e delle altre regioni e i dati sono tali che potrebbero far venire l’orticaria a qualunque residente lombardo. Così si torna a parlare del referendum sull’autonomia e del voto elettronico in Lombardia. Il commento di Roberto Maroni a Telelombardia e quello del PD regionale.
“Lo Stato italiano spende per ogni lombardo 2265 euro, contro i quasi 9000 che spende per un cittadino di Bolzano. Siamo in fondo alla classifica dei trasferimenti da Roma agli Enti locali, per questo abbiamo deciso di fare il Referendum sull’Autonomia. Non chiediamo più soldi, vogliamo tenerci i nostri”, ha detto il Presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni mentre si trovava in diretta su TeleLombardia, rispondendo ad una domanda sui dati, appena arrivati, della Ragioneria generale dello Stato a proposito del residuo fiscale.
“La consultazione per chiedere ai lombardi se vogliono più autonomia, si farà sicuramente. Stiamo trattando con il governo due date possibili: una è il 12 giugno, in contemporanea con le elezioni amministrative. Mi auguro che Palazzo Chigi dica di sì, perchè così risparmieremmo 12 milioni di euro. In alternativa, se Roma dirà di no, lo faremo il 29 maggio. Entro una quindicina di giorni, decideremo quale sara’ la data della consultazione.”
Decisissimo Roberto Maroni, molto meno decisi i consiglieri regionali del PD della Lombardia che qualche giorno fa hanno dichiarato che votare con il voto elettronico fa spendere di più.
Lo scorso 26 gennaio la Commissione Affari istituzionali del Consiglio regionale si è riunita per discutere ed approvare il regolamento che permetterà lo svolgimento del referendum sull’autonomia della Lombardia utilizzando il voto elettronico. L’insieme di norme che garantiranno il regolare svolgimento e i giusti conteggi della consultazione sono stati approvati. Lega Nord, lista Maroni presidente e gli altri partiti della maggioranza hanno votato a favore, insieme a loro ha votato anche il M5stelle, che ha la paternità dell’iniziativa del voto elettronico. Si è fatto il conto, diverse volte che l’utilizzo del voto elettronico permetterà di dimezzare il costo del referendum, che sarà di circa 15 milioni di euro ( il capitolo di bilancio, per prudenza prevede 19 milioni) se non si svolgerà insieme alle elezioni amministrative, invece dei 30 milioni di euro previsti inizialmente. Se il referendum sull’autonomia si svolgerà insieme alle elezioni amministrative, il risparmio per la regione sarà maggiore.
Il partito democratico della regione Lombardia ha invece votato contro il regolamento. La giustificazione è stata data dal segretario regionale del Pd Alessandro Alfieri e dal consigliere regionale Fabio Pizzul con queste parole. “Non siamo contrari all’innovazione soprattutto se questa si traduce in semplificazione e risparmio ma, nonostante quel che vogliono far credere Lega e Movimento 5 stelle, paradossalmente la consultazione elettronica non comporterà alcun risparmio per le casse regionali. Quello che si sta mettendo in atto è una solitaria fuga in avanti della Lombardia senza previo accordo con il Ministero dell’Interno e le Prefetture. Con questo regolamento, innanzitutto, sarà praticamente impossibile accorpare la consultazione elettronica con qualsiasi altro tipo di votazione cartacea. Quindi ai 19 milioni più iva già previsti in delibera per l’acquisto dei dispositivi, per il personale e la sua formazione, bisogna aggiungere il costo per l’allestimento dei seggi e per tutte quelle operazioni che le consultazioni elettorali solitamente richiedono. Tutte da verificare le incombenze e i relativi costi in capo ai comuni. La sperimentazione del voto elettronico sarebbe stata virtuosa se si fosse collocata in un percorso di respiro nazionale ad oggi, invece, si pensa solo a fare i primi della classe correndo il rischio di replicare il caso della Carta regionale dei servizi presentata come la grande innovazione made in Lombardia, e costata anche parecchi soldi, poi rivelatasi un’operazione fine a se stessa”.
L’acquisto dei macchinari per il voto elettronico sarà un costo che potrà essere spalmato anche sulle prossime consultazioni, che a quel punto saranno quasi a costo zero. Organizzare un referendum sarà una questione di poche settimane, sia locale sia su temi generali. Non si capisce perchè, invece di tentare di fermare la fuga in avanti della Lombardia, il governo del Pd non si dia da fare per raggiungerla, organizzando il voto elettronico per tutte le votazioni, eliminando le difficoltose pratiche dell’uso della carta e dei registri. Il controllo legale del voto, utilizzando i computer, sarà immediato e senza errori, e il risultato si potrà conoscere quasi immediatamente dopo la chiusura dei seggi. Con il voto eletronico, non ci saranno più liti, non ci saranno più corse fra i tribunali e, sopratutto, non sarà possible che ci siano brogli. Che sa questo che li spaventa? Non voglio pensarlo.
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il pd è ormai un partito della resistenza…all’innovazione