Cosa fare se esplodono Vesuvio e Campi Flegrei
Quasi in sordina è stato pubblicato uno studio di INVG e CNR che prende in esame la situazione geologia del Vesuvio e dei Campi Flegrei che, secondo uno studio del 2012, sembra abbiano in comune la stessa camera magmatica. Il Vesuvio, infatti, potrebbe essere il fratellino minore di un super vulcano, costituito dai Campi Flegrei, che sembra sempre sul punto di esplodere. Se esplodesse, cosa succederebbe? Ora, ad aiutare gli scienziati a prevedere le eruzioni, c’è una nuova tecnica di raccolta dati forniti da satelliti e gps, che permette di tenere sotto stretto controllo ogni deformazione della crosta terreste nella zona dei Campi Flegrei.
Si dice che l’uomo è quasi impotente di fronte alla natura. Le grandinate arrivano, le trombe d’aria anche , lo stesso vale anche per i terremoti. Impossibile prevederli con precisione e “spostarsi di lato”. Però i vulcani son prevedibili e danno segnali molto chiari e concreti quando prima di eruttare. L’Italia ha la particolarità di fare la prevenzione del giorno dopo e di far comparire studi e relazioni esattamente 24 ore dopo che il disastro si è compiuto. Le prime 24 ore servono infatti per contare le vittime e i morti e fare l’inventario delle case distrutte. Poi, si dà fiato alla trombe. Questa volta, invece, l’avviso degli scienziati, utilissimo per prendere misure di prevenzione, arriva in anticipo. Lo studio che riguarda l’eruzione del Vesuvio e l’esplosione dei campi Flegrei è del 2012. I vulcanologi italiani avevano ipotizzato, in base a studi, che la camera magmatica del Vesuvio, che ha eruttato l’ultima volta nel 1538, dovrebbe essere ormai piena e pronta ad un’altra eruzione e che le recenti modifiche del terreno nella caldara dei campi Flegrei potrebbero far prevedere che anche il super vulcano che vi si nasconde sotto potrebbe essere in fase esplosiva. La notizia della prossima esplosione potrebbe essere nata perchè l’ INGV, l’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, insieme al CNR, Centro Nazionale Ricerche, hanno comunicato di aver creato una nuova tecnica per il calcolo della velocità di risalita del magma e dei percorsi che potrebbe fare nel sottosuolo dei Campi Flegrei, utilizzando i dati trasmessi da satelliti e gps, e che una relazione su questa nuova tecnica di raccolta dati sul bradisismo flegreo è stata pubblicata sulla rivista scientifica Scientifics Reports.
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