OssonaPrima Pagina

Ossona, quando il pusher è la Madonna…(ina)

A Ossona la religione ha molta importanza e capita spesso, a chi vive davvero il paese, di notare persone che si avvicinano alle varie edicole dedicate ai santi o alla Madonna sparse per il paese, si inginocchiano, lasciano un fiore e dicono una preghiera. Una delle Madonnine però, improvvisamente è diventata molto popolare e la gente che la frequenta, a ogni ora del giorno e della notte, è diventata così numerosa da poter parlare di vere e proprie processioni e pellegrinaggi. Poi, qualche sera fa, si è capito il motivo di tanta devozione.

Pubblicità

Quella della fotografia non è l’edicola della madonnina che si trova al centro di questa storia. Non ho messo la foto della reale edicola religiosa per evitare che i pellegrinaggi aumentino e perché le indagini su quanto succede potrebbero essere ancora in corso e vorrei evitare di intralciarle. Ho deciso quindi di cambiare quei particolari che potrebbero rendere il luogo e la madonnina identificabili a chi ancora non conosce la storia.
Negli ultimi mesi, sin dal maggio dello scorso anno, una delle edicole dedicate alla Madonna che si trovano a Ossona era oggetto di molte cure da parte di parecchie persone. Per pregare davanti a quella particolare madonnina arrivavano perfino da fuori paese. Non sono persone che danno molto nell’occhio: si tratta di uomini e donne, sempre da soli, che parcheggiano la macchina nei pressi, scendono stringendo fra le mani un piccolo mazzolino di fiori, un vasetto e un piccolo cero e si avvicinano.

Pubblicità

Una prece…

In ginocchio, posano i fiori. Puliscono il piccolo davanzale sopra il dipinto. Accendono il cero, chinano la testa e sembra che preghino e si prendano cura dell’immagine della Madonna. C’è da commuoversi. L’aumento di devoti alla piccola edicola non è sfuggito a chi abita nei paraggi, ma chi può sindacare sulla fede? Non si può considerare sospetto un uomo in giacca e cravatta, sconosciuto in paese, che, passando davanti alla madonnina, si ferma a dire una preghiera. Magari ha avuto un lutto, magari teme per il suo lavoro. Chissà? Chi può giudicare?  In questo modo i mesi sono passati. La madonnina ha avuto più cure di tutte le altre madonnine del paese messe insieme.

Pubblicità

Fino a che, qualche sera fa, una delle nonne del paese, nel pregare davanti alla madonnina, ha intravisto il luccichio di un sacchetto di cellophane. Era nell’intercapedine che divide il davanzalino dal dipinto. Ha pensato che fosse qualche petalo di fiore che non era stato tolto dalla plastica della confezione del fiorista. Ha allungato la mano per toglierlo e si trovata fra le mani una bustina di plastica. Racchiudeva un po’ di polvere bianca. Al giorno d’oggi anche le nonne hanno il telefono cellulare. Sanno riconoscere una dose di cocaina quando la vedono. Così, dopo un momento di stupore, la nostra ha chiamato il 112.

3 ore di interrogatorio per la nonna

“Ho subito tre ore di interrogatorio. E chi avevo notato, e chi veniva a pregare, e se avevo delle foto dei fedeli… Alla fine non ce la facevo più.” ha detto la signora raccontandoci l’episodio. “Dare informazioni è un dovere civico. Specie adesso che abbiamo capito che quella processione di persone non cercava esattamente il conforto religioso. Però 3 ore sono troppe. Sembravano credere che fossi stata io, a mettere lì le dosi di cocaina”.  Invece no, non era stata la signora che era ancora un po’ risentita per i sospetti dei carabinieri. D’altra parte, li si può capire. Non capita tutti i giorni che la statua della Madonna diventi un pusher.

Pubblicità

Nota della redazione
I giornalisti di Co Notizie News Zoom lavorano duramente per informare e seguono l'evoluzione di ogni fatto. L'articolo che state leggendo va, però, contestualizzato alla data in cui è stato scritto. Qui in basso c'è un libero spazio per i commenti. Garantisce la nostra libertà e autonomia di giornalisti e il vostro diritto di replica, di segnalazione e di rettifica. Usatelo!Diventerà un arricchimento della cronaca in un mondo governato da internet, dove dimenticare e farsi dimenticare è difficile, ma dove la verità ha grande spazio.

Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

Un pensiero su “Ossona, quando il pusher è la Madonna…(ina)

  • Poveri noi pure la cocaina nella Madonnina vanno a mettere…..

Commenti, repliche e rettifiche. Scrivi qui quello che hai da dire.