Cronaca Lombardia

Non è stato un Natale buono per Allegra, ancora vittima della burocrazia e delle vendette dei servizi sociali

Vi ricordate Allegra? Avevamo smesso di raccontare le sue disavvenute di bambina finita nel vortice burocratico delle istituzioni in cui lavorano adulti che l’hanno tolta alla sua famiglia pur non riuscendo ad occuparsi dei suoi bisogni e della sua vita nemmeno la metà di quanto facevano prima i suoi genitori. Vi linko qui l’ultima puntata della sua storia, da cui, se non ricordate qualche particolare, potete risalire ai fatti. Se non conoscete la storia di Allegra potete trovare tutti gli articoli con una ricerca del nick che le abbiamo scelto

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Non posso dirvi dove si trova Allegra, ma è a casa con due persone che l’hanno in affidamento giudiziale, cioè deciso dal giudice, scelte da quelle stesse persone che continuano a pensare che i bambini si curano per lavoro dalle 9 alle 17, con pausa pranzo e week end libero. Quelli che considerano la bugia, detta sia ai veri genitori dei bambini sia ai giornalisti che chiedono legittime spiegazioni sui fatti di cui vengono a conoscenza, come una licenza poetica di nessun peso o come un mezzo per giungere al loro scopo.

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Quelli che non esitano a raccontare bugie ai giudici, a metterli nella condizioni di passare per dei fessi, e quelli che approfittano della credibilità che la loro posizione gode per perpetrare vendette contro i genitori che hanno il torto di lottare per riavere i loro bambini, parlando con i giornalisti. Quelli disposti a farsene un baffo della legge e che tendono a piegarla, superarla e metterla al loro servizio autogiustificandosi. Insomma, il sistema Bibbiano.

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Il Natale, il capodanno e l’epifania di Allegra

allegra. Non è stato un Natale buono per Allegra, ancora vittima della burocrazia e delle vendette dei servizi sociali - 07/01/2021
La lettera a Babbo Natale da parte di Allegra (25 dicembre 2019)

La notizia di Natale è che per mera burocrazia, cioè l’incapacità dei servizi sociali di organizzare gli incontri con i genitori con presenza di educatori in base ad un piano predeterminato che tenga conto del lungo periodo di ferie e dell’importante festa della famiglia, il Natale, Allegra non potrà vedere o sentire al telefono i suoi veri genitori fino al prossimo 11 gennaio. L’ultimo incontro c’è stato il 21 dicembre 2020. Non hanno neppure fatto il calendario degli incontri tra Allegra e i suoi genitori per i prossimi mesi nè tanto meno l’obbligatorio progetto di riavvicinamento alla famiglia. Oggi è il 7 gennaio 2021. Questa mattina a Voghera gli assistenti sociali sono tornati in ufficio dalle ferie. Primo giorno di apertura degli uffici pubblici, e hanno scoperto che le loro mancanze sono venute alla luce.

Hanno organizzato quindi velocemente il solito, e ormai straconosciuto, giro di mail e di bugie, scaricabarili, fingendo di informare e di aver fatto, scrivendo frasi e accuse senza senso. Non vi posso dire di più in questo momento. La palla è in mano agli avvocati della vera famiglia di Allegra, che cercheranno di venirne a capo. Intanto però chi subisce le conseguenze dei loro rimpalli, delle bugie, e delle mancanze del servizio pubblico è Allegra e il suo diritto di tornare a casa sua, da mamma e papà. Posso assicuravi una cosa. In questa vicenda, da quando ho iniziato a seguirla, gli unici che hanno mentito sempre e spudoratamente sono stati proprio i componenti dei servizi sociali, e mai per il bene di Allegra.

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Allegra in affido

In questi ultimi mesi, Allegra è stata portata a più di 70 chilometri dai suoi genitori, superando e piegando le legge dell’affido temporaneo dei bambini, e senza che vi sia un progetto di rientro in famiglia e la stretta collaborazione degli affidatari con la famiglia naturale. Per impedirlo, quelli di cui parlavo prima hanno costruito un ridicolo sistema di protezione dal nulla.

La legge sugli affidi, che vale la pena di leggere, è la legge 184/83 e inizia in questo modo “Il minore ha diritto di essere educato nell’ambito della propria famiglia. Tale diritto è disciplinato dalle disposizioni della presente legge e dalle altre leggi speciali.” Come spesso accade in Italia, il principio generale che sta alla base di una legge, di solito nell’articolo 1, viene stravolto dagli articoli seguenti e dalla loro applicazione e finisce per ottenere l’esatto contrario del primo enunciato. Nel caso specifico consiglio in particolar modo la lettura dell’articolo 5.

Cosa succede ad Allegra

Allegra viene prelevata all’uscita da scuola da un’educatrice una volta alla settimana, e portata in uno “spazio neutro” dove alla presenza di un educatore e di un assistente sociale una settimana incontra i suoi genitori e quella seguente può telefonare loro. La vita dei genitori di Allegra è scadenzata da un calendario che si svolge sempre in orari lavorativi, generalmente al pomeriggio alle 17, a 50 chilometri di distanza da casa loro. Il resto della settimana non può contattare i suoi genitori, non può avere un telefonino ( altrimenti potrebbe chiamarli), non può sapere il nome della scuola che frequenta e fa una vita che è tutto meno che naturale. Con l’affido etero familiare è passata dalla prigione alla sorveglianza speciale.

Cosa succede ai genitori di Allegra

In questi 3 mesi, da agosto ad oggi, i veri genitori di Allegra, quelli da cui Allegra avrebbe diritto di essere educata, si sono sottoposti all’esame delle urine presso il Sert 3 volte la settimana verso le 9 del mattino (sono uffici pubblici. Lavorano da quell’ora in poi). Vanno a fare pipì che poi viene analizzata per vedere se hanno fatto uso di droghe o di alcool o di psicofarmaci. Hanno effettuato l’esame del capello ( senza tagliarsi i capelli). Gli esami sono tutti negativi, ma i servizi sociali di Voghera hanno richiesto un altro esame del capello.

Non sono ancora convinti, a quanto pare, nonostante non ci sia mai stato un positivo conclamato fra i loro esami. Stanno poi effettuando, separatamente, con due specialisti diversi su indicazione sempre del servizio tutela che ha in convenzione Voghera, il percorso di sostegno alla genitorialità, ma senza la presenza della bambina. Sono le prescrizioni del giudice, che mettono a rischio il posto di lavoro dei genitori. Come i genitori di Allegra riescano a lavorare e a recuperare le ore di lavoro perse con tutti gli impegni in orari di lavoro decisi dagli assistenti sociali non lo so. Sono dei maghi dell’organizazione e del sacrificio personale.

Cosa fa il tribunale dei minori?

Questo non lo so. Però mi pongo una domanda. “Ci rimarrà male, il giudice Brambilla del tribunale dei minori di Milano, quando scoprirà che i genitori di Allegra hanno seguito tutte le prescrizioni che lei ha chiesto per restituire loro Allegra e la podestà genitoriale e hanno superato l’esame? “

Cosa fa la coppia affidataria?

Qui arriviamo ad un bel problema. La famiglia affidataria è pagata dal comune di Voghera che passa loro un mensile per il mantenimento della bambina. E’ una bella entrata in più in tempi difficili. Inoltre è una coppia senza figli. E’ in una posizione sospetta. In Italia non ci sono bambini da adottare. Con l’avvento della possibilità di abortire, i bambini lasciati in ospedale o non riconosciuti sono praticamente spariti. Alle coppie che vogliono adottare dei bambini rimangono due possibilità: quella della costosissima adozione internazionale, o quella dell’ “affido con il rischio giudiziale”. Questo secondo caso è quello preferito. Si tratta di ottenere in affido bambini i cui genitori stanno lottando per riottenerne la podestà genitoriale.

Secondo il punto di vista delle coppie di affidatari il rischio giudiziale è che i genitori naturali “ci riescano”. Un rischio piuttosto remoto considerando come vanno le cose con i tribunali dei minori e certi servizi sociali. Così è superata la legge sugli affidi, nata per superare brevi momenti di difficoltà dei genitori naturali. Basta prolungare il tempo dell’affidamento oltre il limite di due anni, limite di legge ma non perentorio. Si annacqua, si allunga, si mente, si rendono difficili i rapporti con i genitori naturali fino a che non si arriva al compimento del 18esimo anno d’età dell’ex bambino in affido.

A questa età il ragazzino si trova ad un bivio. Ha visto poco i genitori naturali, che hanno speso la loro vita, e tutti i possibili risparmi, pagando avvocati. Dal punto di vista educativo i genitori naturali non hanno avuto su di lui nessuna influenza. Persino il bambino più razionale finisce per affezionarsi a chi lo cura e gli mette il pasto in tavola ogni giorno. Inoltre, i genitori affidatari ricevono del denaro dal Comune di residenza dei genitori, e quindi hanno sicuramente una disponibilità economica migliore di quella dei genitori naturali.

A 18 anni non si sono neppure ancora concluse le scuole superiori. Davanti al bambino, maggiorenne, in grado di decidere da solo, si aprono due strade. Restare con gli affidatari e concludere le scuole, e trovarsi con l’università già pagata e un futuro più facile, oppure tornare dalla famiglia naturale ridotta economicamente all’osso dopo anni di lotte per riaverlo. Mettetevi nei suoi panni. Immaginatevi la sua vita fino a quel momento, protetto da qualunque intervento esterno che possa fargli sapere la verità. Di fronte alla richiesta di essere adottato dalla coppia di affidatari, come reagireste?

Ci sono poi le coppie che comprendono bene come l’essere affidatari di un bambino amplifichi i rapporti e l’approvazione sociale. Si è considerati buoni e persone per bene, che hanno ricevuto la patente statale di buon genitore, anche se ciò che li caratterizza è un’estrema ipocrisia, una falsità di base, il voler mettersi in mostra. Insomma, nell’economia dell’affidamento la loro è una posizione di soli vantaggi.

Nel caso di Allegra non si può sapere chi è la coppia di affidatari. Il giudice tutelare di Pavia, su suggerimento dei servizi sociali di Voghera, se ne è infischiato della legge sugli affidi e ha vietato a chiunque abbia un ruolo pubblico di comunicare ai genitori il nome degli affidatari di Allegra, impedendo di fatto l’applicazione dell’articolo 5 della legge sugli affidi. Di frone a quanto successo, posso solo pensare che chiunque abbia preso in affido Allegra appartenga ad una delle due categorie di affidatari che ho descritto. Chi, con un’animo realmente cristiano, conoscendo la situazione di Allegra la accetterebbe?

Se la vedete in un altro modo, se riuscite ad immaginare altri scenari, vi prego di suggerirmeli. Ve lo chiedo per piacere. Non mi piace sapere quello che so e trovare una spiegazione logica che mi porti a delle conclusioni diverse da quelle che ho tratto non potrebbe che darmi sollievo. Vorrei vedere il mondo pieno di persone buone e che usano la loro bontà con intelligenza e coraggio, per il vero bene dei bambini, quello espletato dall’articolo 1 della legge sull’affido dei minori.

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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