Cronaca Lombardia

Riaprite le attività che rispettano le regole. La lettera dei sindaci a Conte

Con tantissimi sindaci della Città Metropolitana di Milano, il primo cittadino di Corbetta Marco Ballarini, ha scritto e inviato una lettera al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
“La richiesta è una sola – spiegano – riapriamo tutte le attività che rispettano le regole, un lockdown indiscriminato è ingiusto e grave”.

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I Comuni firmatari Ecco chi ha già firmato la lettera:

  • Comune di Corbetta con Marco Ballarini, Comune di Abbiategrasso con Cesare Nai,
  • Comune di Assago con Lara Carano,
  • Comune di Cerro Maggiore con Giuseppina Berra,
  • Comune di Cesate con Roberto Vumbaca,
  • Comune di Cisliano con Luca Dure
  • Comune di Colturano con Giulio Enrico Maria Guala,
  • Comune di Cusago con Gianni Triulzi,
  • Comune di Cusano Milanino con Valeria Lesma,
  • Comune di Grezzago con Gilberto Barki,
  • Comune di Lacchiarella con Antonella Violi,
  • Comune di Mediglia con Paolo Bianchi,
  • Comune di Mesero con Davide Garavaglia,
  • Comune di Motta Visconti con Primino De Giuli,
  • Comune di Nerviano con Massimo Cozzi,
  • Comune di Opera con Antonino Nucera,
  • Comune di Ozzero con Guglielmo Villani,
  • Comune di Pessano con Bornago con Alberto Villa,
  • Comune di Pogliano Milanese con Carmine Lavanga,
  • Comune di Rozzano con Giovanni Ferretti de Luca,
  • Comune di San Giuliano Milanese con Marco Segala Sindaco,
  • Comune di Santo Stefano Ticino con Dario Tunesi,
  • Comune di Sesto San Giovanni con Roberto Di Stefano,
  • Comune di Vanzaghello con Arconte Gatti,
  • Comune di Vaprio D’Adda con Luigi Fumagalli,
  • Comune di Vermezzo con Zelo – con Andrea Cipullo,
  • Comune di Vernate con Carmela Manduca.

La lettera di Marco Ballarini

. Riaprite le attività che rispettano le regole. La lettera dei sindaci a Conte - 27/10/2020

Signor Presidente, questa lettera da parte nostra sono per esplicitare un sentimento sempre più diffuso, su scala locale Nazionale, Riassumi bile in quattro parole: noi non ci stiamo.

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cambiamenti. Social journalism

In qualità di sindaci ed i rappresentanti delle istituzioni e dei cittadini, ci facciamo portavoce di questi ultimi della loro sopravvivenza. Sì, signor Presidente, perché è di questo che si tratta, di sopravvivenza, e noi non ci stiamo più a subire inermi gli effetti drammatici delle misure di sicurezza.
Signor Presidente, per noi tutti è sacro dovere morale e istituzionale tutelare l’incolumità, la salute di tutti i nostri cittadini e porteremo avanti con dignità e rispetto questo compito che mai ci saremmo aspettati di dover assolvere. Ma riteniamo, signor Presidente, che sia ora di tutelare al massimo delle capacità e possibilità la vita delle famiglie, delle persone, duramente infettata dagli effetti drammatici scaturiti dalle misure restrittive.

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Riteniamo che i cittadini non meritino di sopravvivere, ma di vivere in modo economicamente dignitoso.

In particolare dissentiamo in toto sulla decisione di imporre, come da ultimo dpcm, un coprifuoco generalizzato ed indiscriminato su attività già duramente colpite. Parliamo di bar, attività di ristorazione, locali, cinema, teatri e palestre, parliamo di realtà affossate dalle ultime misure restrittive, parliamo di azioni decise dal governo che hanno demolito a tappeto il già fragile tessuto economico della nostra nazione.

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Non abbiamo deciso queste chiusure indiscriminatamente“. Questa dichiarazione, signor Presidente, è contenuta in una missiva da lei inviata agli organi di stampa poche ore fa. Ci permetta di muovere un appunto, signor Presidente: Voi avete chiuso indiscriminatamente bar, attività di ristorazione, locali, cinema, teatri e palestre senza prendere in considerazione i sacrifici fatti da queste imprese per adattarsi ai rigidi protocolli di sicurezza e sanitari che, “a giro di valzer”, avete trasmesso.

Per questo, noi proponiamo con determinazione uno spunto di riflessione. Invece di applicare un semi lockdown generale sulle categorie sociali interessate dall’ultimo decreto, in qualità di “controllori in trincea” proponiamo la riapertura delle attività che garantiscono livelli di sicurezza necessari per contenere l’emergenza epidemiologica, sostenuta da un intensificarsi dei controlli sanitari e di polizia per identificare i trasgressori. Solo così sarà possibile davvero tutelare la salute e la vita di ogni cittadino e di ogni famiglia.
Infine, ci saremmo aspettati dal governo un’attenzione maggiore sul trasporto pubblico, dove la possibilità di contagio raggiunge livelli alti e drammatici.

Lei dichiara “impossibile l’acquisto immediato di centinaia di nuovi mezzi pubblici“, noi signor Presidente non le chiediamo di acquistare subito, noi ci saremmo aspettati dal Ministero dei Trasporti una visione lungimirante e consapevole dell’ emergenza in corso, ma purtroppo così non è stato. A settembre l’aumento degli spostamenti sui mezzi pubblici per motivi scolastici e lavorativi sono scontati, e noi ci chiediamo Per quale motivo il ministero non si sia attivato per tempo in merito al potenziamento delle linee di trasporto. noi, signor Presidente, rispettiamo le regole le facciamo rispettare, ma non ci stiamo ad essere lasciati soli insieme ai nostri cittadini. ora è il momento in cui dobbiamo salvare davvero tutti.
Confidiamo dunque nella sua attenzione affinché si provveda tempestivamente.
Con viva Cordialità
I sindaci della città metropolitana di Milano.

Nota della redazione
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Cristina Garavaglia

Giornalista

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