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La Banda di georgiani del pezzo di bottiglia catturata con un’operazione lampo

Milano. I dirigenti della Squadra Mobile milanese hanno raccontato come hanno scoperto e catturato una banda di georgiani composta da 7 ladri e dal loro ricettatore egiziano, e alcuni divertenti aneddoti avvenuti durante l’indagine lampo. 3 furti sono avvenuti a Milano, uno a Pregnana Milanese e un altro a Solaro.

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I 7 ladri erano arrivati a Milano ai primi di luglio 2020 per farsi” la stagione”. 2 dalla Francia, altri da altre parti d’Europa. In comune avevano la nazionalità: sono tutti della Georgia, paese in cui da tempo si sospetta esista una qualche tipologia di organizzazione che si occupa di formare i ladri e di effettuare queste incursioni. Uno dei ladri catturati era in contatto con la banda di ladri in monopattino che avevano agito sempre a Milano qualche mese fa.

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cambiamenti. Social journalism

Banda di georgiani veloci e furbi, ma non abbastanza

La banda di georgiani si muoveva velocemente per Milano e per la provincia. Al momento sono stati loro attribuiti 5 furti, 4 eseguiti e 1 andato male. 3 a Milano, 1 a Pregnana milanese e 1 a Solaro. Usavano sempre la stessa tecnica di furto. Effettuavano sopralluoghi in automobile e in bicicletta, sistemavano dei pezzetti di plastica di bottiglia nelle fessura delle porte di ingresso, e se al loro ritorno la plastica era ancora al suo posto, colpivano. Tagliavano via le casseforti dal muro, estraendole completamente e portandole via.

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Vivevano da “amici” e noleggiavano auto alla Hertz

Non avevano un domicilio stabile, ma vivevano da persone che li ospitavano. Uno a Ciisello Balsamo, uno a Seregno, altri a Milano. Usavano auto noleggiate alla Hertz. “Trovare i ladri è la cosa più difficile, perchè non c’è contatto con la vittima e quindi non ci sono descrizioni” ha detto il procuratore aggiunto Laura Pedio. “E’ stata un’indagine bellissima. Mi ha dato la sensazione di vedere sulle carte le forze dell’ordine che inseguivano i georgiani. Un lavoro rapidissimo che ha portato ad un ottimo risultato”.

L’errore dietro l’angolo

C’è sempre un particolare che sfugge. Normalmente questo tipo di ladri non ha precedenti nel paese in cui vanno a rubare. Sono dei fantasmi. “Come cavallette. Arrivano, rubano e se ne vanno”. Il capo della squadra mobile Marco Calì li ha descritti così. Invece questa volta hanno fatto un errore. Uno di loro infatti era stato in prigione in Italia più di 12 anni fa, e nel database delle forze dell’ordine c’erano il suo Dna, le sue impronte digitali e la sua foto.

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I rilievi della scientifica sulla scena di uno dei furti hanno permesso quindi di identificare con certezza almeno uno dei componenti della banda di georgiani. C’era una faccia da cercare. Individuato il primo, sono iniziate le analisi delle celle telefoniche e dei numeri di telefono, le intercettazioni e gli appostamenti. Hanno utilizzato un dispositivo gps per monitorare gli spostamenti del gruppo, e alcuni microfoni e proprio in questo modo, e tramite le intercettazioni, è stato individuato il ricettatore.

Progettavano di derubare anche il ricettatore

“Ci da sempre il denaro congelato”, “Tiene i soldi in frigorifero, avrà lì anche 10mila euro”, “bisognerebbe andare a prenderglielo”. Queste erano le frasi che i ladri scambiavano fra di loro dopo aver venduto i gioielli appena rubati al loro ricettatore di fiducia, un egiziano che doveva essere in attività da parecchio tempo, e che aveva il suo “studio” in viale Monza.

Dietro di loro c’era l’automobile civetta della polizia, collegata con la centrale operativa, che forniva ai polizioti le traduzioni istantanee dal georgiano. Quando i ladri si sono allontanati, è arrivata la perquisiione del ricettatore. I poliziotti sono andati a colpo sicuro sul frigorifero. Lì nel congelatore c’erano parecchi gioielli e orologi, tutti proventi di furto. Il denaro, questa volta lo teneva da altri parti della casa.

L’appello per riconoscere i gioielli e gli altri oggetti rubati

banda di georgiani

Non è stato possibile restituire immediatamente tutti i gioielli ritrovati. Alcuni sono ancora senza un proprietario. Le foto di questi oggetti sono caricati sulla bacheca del sito della polizia di stato. La polizia chiede quindi a chi riconosce oggetti che gli sono stati rubati nelle foto del video che abbiamo postato in alto o in quelle della loro bacheca, di recarsi in questura con la denuncia del furto per ottenerne la restituzione.

Un altro appello: “Non rimettete tutto a posto dopo un furto, aspettate la polizia scientifica e non alterate la scena del crimine!”

Durante la conferenza stampa di presentazione dei risultati dell’operazione quello di non rimettere tutto a posto dopo un furto, ma di attendere l’arrivo della polizia di stato e della squadra per la rilevazione delle impronte digitali. Infatti già da qualche anno, in caso di denuncia di furto la polizia di Stato invia sul posto anche il personale per i rilievi della polizia scientifica, alla ricerca di impronte digitali, tracce di Dna o altri segni biologici.

Il ritrovamento di una impronta digitale permette di verificarne l’esistenza nell’ormai immenso database delle forze dell’ordine e di dare un nome ed una faccia al ladro. E se oggi quell’impronta non c’è, potrebbe entrare nel database in futuro e permettere quindi di avere delle informazioni ed identificare un ladro o una banda di ladri

banda di georgiani. La Banda di georgiani del pezzo di bottiglia catturata con un'operazione lampo - 11/10/2020

E’ importante quindi non riordinare immediatamente dopo aver subito un furto. E’una cosa che, invece, molti derubati fanno. Cancellano, lavando tutto, tutte le tracce che si potrebbero utilizzare per identificare il ladro, per liberarsi dalla sensazione di stupro che si prova quando degli sconosciuti mettono le mani fra le nostre cose intime. Bisogna poi sottolineare che l’identificazione di un ladro è una operazione difficilissima se non li si sorprende in flagranza o se non si riesce, come è successo in questo caso, ad identificarli mentre stanno compiendo dei furti seriali.

Il tentato furto e i pezzetti di plastica delle bottiglie

Lo scorso 19 settembre, la banda di georgiani ha tentato dei furti in un condominio di via Lippi a Milano. Sono arrivati due in bicicletta, in avanscoperta, seguiti dagli altri 5 in automobile. Sono stati scoperti da un inquilino che li ha visti e ha rivolto loro le solite domande. “Chi state cercando?”, “Chi siete?”. Scoperti, i ladri hanno desistito e se ne sono andati.

Poco dopo i poliziotti hanno perlustrato l’edificio per vedere se avevano compiuto dei furti, e si sono accorti che in tutti gli ingressi agli appartamenti, nella fessura che si trova fra la porta e il muro, c’era un piccolo pezzetto di plastica di bottiglia trasparente. Era il segnale che la porta non era stata ancora aperta. La banda di georgiani li aveva posizionati qualche giorno prima, per scoprire in quali appartamenti, fra quelli che avevano selezionato, il proprietario era via.

I furti

I furti che sono stati attribuiti alla banda di georgiani sono per ora 4. Tra il 23 e il 30 luglio in via Teodorico, nella notte fra il 10 e l’11 settembre in via Mc Mahon, a Solaro, in provincia di Milano, nella notte fra il 20 e il 21 settembre e a Pregnana Milanese fra il 21 e il 23 settembre.

L’arresto della banda di georgiani e del ricettatore egiziano

sala Scrofani, qustura dimilano. conferenza stampa sulla cattura della banda di georgiani

Il pubblico ministero Francesca Cupri ha quindi emesso un provvedimento di fermo di indiziato di delitto a carico dei 7 georgiani, mentre il ricettatore egiziano è stato fermato d’iniziativa, con un atto di polizia giudiziaria, dagli agenti dopo la scoperta del contenuto del suo frigorifero.

A presentare il successo ottenuto dagli agenti lo scorso 8 ottobre, in sala Scrofani nel palazzo della Questura di via Fatebenefratelli, c’erano il capo della squadra mobile milanese dr. Marco Calì, il commissario aggiunto Vittorio La Torre, il Pubblico Ministero, titolare delle indagini, dr.ssa Francesca Crupi e il Procuratore Aggiunto dr.ssa Laura Pedio.

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica. Ora scrivo su alcune testate, coordino portali di informazione, sono una giornalista, e una Web and Seo Editor Specialist

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