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A breve un libro su Domingo Grollino. A Morimondo la messa in suo ricordo

Anche per me che scrivo il ricordo di Domingo Grollino (48 anni, origini argentine e ospite dell’Anffas) è stato difficile decidere come impostare un articolo che vuole essere il tracciato della vita vissuta da parte di una persona speciale. Speciale per come lui ha affrontato il percorso terreno segnato dalla malattia che lo ha colpito, ma soprattutto persona speciale per chi lo ha conosciuto proprio per com’era. “Lui, Domingo, ci ha insegnato ad aver sempre speranza. Lui era capace di tenerci insieme ed è questo che vorremmo che si facesse anche per il futuro”. Mi affido dunque alle parole pronunciate dai suoi cari, dagli amici, dai suoi affetti, che lo hanno voluto ricordare nella messa celebrata nell’abbazia di Morimondo nella serata di giovedì 23 luglio 2020.

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Un esempio di vita, un simbolo

“In questi giorni ho pensato molto a cosa avrei dovuto o potuto dire oggi, che ci troviamo qui tutti insieme a dare l’ultimo saluto a Domingo. Quell’ultimo saluto che non abbiamo potuto dare quando ci ha lasciati, in piena emergenza Covid – ha commentato Massimo Simeoni, presidente di Anffas ‘Il melograno’ – Nella vita succede di incontrare persone capaci di lasciare un segno profondo, di essere un esempio di vita. Per molti di noi questo è stato Domingo. Stupiva di lui l’immensa voglia di vivere, nonostante la malattia che per molti anni lo ha costretto su una sedia a rotelle. Non si lamentava mai, anche se ne avrebbe avuto i motivi e questo perché Domingo amava la vita. Questa sua voglia di vivere era contagiosa ed è anche per questo che aveva tanti amici”. Pensiamo a come ci si può sentire, con mente lucida ma imprigionati in un corpo che è diventato gabbia di dipendenza in tutto e per tutto dagli altri, spesso coetanei e con i quali si vorrebbe magari fare una partita a calcetto, ballare, amare. Rabbia? Scontrosità? Apatia? Quali di questi atteggiamenti sarebbero legittimi? Non per Domingo che anche per i credenti ha fatto della sofferenza uno strumento per offrire se stesso, come esempio, agli altri e fare del bene alle anime degli altri. Non è certo da tutti, che ne dite?

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 “Per l’Anffas di Abbiategrasso, per molti anni, lui è stato un po’ un simbolo, protagonista in tante iniziative con i suoi libretti – prosegue Massimo Simeoni  – Anche se non parlava mai, comunicava molto. Fra i tanti episodi che mi sono venuti in mente ce n’è uno di tanti anni fa che rappresenta bene anche la sua voglia di scherzare: eravamo in comunità e stavamo guardando la tv…C’era anche G. che a un certo punto si era addormentato. Mi ricordo che Domingo si stese più che poteva sulla sua carrozzina e riuscì a raggiungere con il braccio l’anta dell’armadio e la fece sbattere facendo sobbalzare G., il quale lo mandò a quel paese. Domingo si inarcò tutto sulla sedia a rotelle e se la rideva di gusto!”.

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Allegria contagiosa

“Ricordo anche l’ultima volta che l’ho visto, lo scorso 13 febbraio – prosegue Massimo Simeoni – festeggiavamo il suo ultimo compleanno, in casa di riposo, qui a Morimondo. Lui era stato male tutto il giorno, ma la sera sembrava essersi ripreso. Non voleva assolutamente perdersi la festa con i suoi amici, ai quali teneva tantissimo”. Uno dei tanti momenti speciali. Gli amici hanno espresso il rammarico per non aver potuto essergli vicini nel trapasso, il dispiacere per il fatto che la malattia stava prendendo il sopravvento, costringendo Domingo a frequenti ricoveri in ospedale. Non sempre poteva stare in comunità perché necessitava di cure più specifiche.

Un libro

“Domingo ha sempre saputo farsi voler bene – conclude Simeoni  – Ci manca tanto. Mi è capitato di andare al cimitero di Albairate a trovarlo. Sulla sua tomba c’è una bella foto. Ho guardato il suo sorriso nella foto e per la prima volta mi ha messo tanta malinconia. Ciao Domingo!”.

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Il filmato che ha sottolineato la fine della cerimonia religiosa ha ripercorso l’esistenza e l’essenza di Domingo ma anche di una comunità come “Il melograno” che in realtà è una grande famiglia a cui va il merito di poter fare da collante ad altrettante persone esterne che fanno capo a tanti Comuni diversi: Albairate dov’è sepolto Domingo, Morimondo, Abbategrasso dove si trova fisicamente la struttura dell’Anffas, Corbetta dove l’associazione e Domingo erano di casa.

Se è vero che chi lo ha conosciuto sente di aver perduto un amico, il suo ricordo e la sua esistenza daranno vita a un’altra esperienza positiva di vita: un libro fatto dalle testimonianze di chi lo ha conosciuto, incontrato e amato che darà inizio a un circolo virtuoso di esempio positivo di esistenza.

Nota della redazione
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Cristina Garavaglia

Giornalista

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