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Rom Milano. Cosa fanno quando arrestano le donne

Mi diceva qualche tempo fa un poliziotto che i rom e e le altre etnie di nomadi che vivono a Milano nelle condizioni terrificanti dei campi rom, negli appartamenti Aler occupati, avevano imparato un sistema piuttosto antipatico per tentare di disincentivare gli arresti delle donne che rubano in metropolitana. Quando una donna è arrestata in flagrante durante un borseggio, e quindi arrestata per furto, oppure quando è riconosciuta e fermata e ha delle condanne pesanti, le altre donne del campo prendono i suoi figli ( e anche quelli di qualche altra zingara) li portano in questura a Milano, li mollano lì e se ne vanno.

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Usano ciòè 10 o 12 bambinetti di meno di 5 anni permettere in difficoltà gli uffici della polizia di stato, mettendoli in pericolo. La scusa utilizzata dai nomadi è che, siccome hanno arrestato la madre che mantiene i figli rubando, lo stato italiano deve pensare anche ai suoi figli. Vi scandalizza? Anche a me, mi fa davvero salire il sangue alla testa dallo scandalo che mi procura, però la realtà è questa e va scritta.

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Effetti e distorsioni di tolleranza e buonismo

In un paese normale, la questione si risolverebbe velocemente. Il giudice del tribunale dei minori di turno che decreterebbe lo stato di abbandono dei bambini, li ricovererebbe in gruppo in una comunità protetta e ne decreterebbe l’adottabilità nel giro di una settimana. Scommetto che il metodo del welfare zingaro non sarebbe più utilizzato. Invece le assistenti sociali del “sistema” sostengono nelle relazioni che nel rispetto della cultura dei genitori, e quindi va bene così.

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E’ il giudice che vede la relazione, risponde che lui non è ne un sociologo né uno psicologo e quindi si fida della relazione degli assistenti sociali e della Ctu e i bambini tornano nel campo rom, a chi li prende con sé (il padre la zia, la nonna o qualche altro parente) è concesso un congruo sostegno economico per il mantenimento e la madre li vede quando vuole. Può anche tenerli con sè in carcere. Le madri che rubano per cultura non sono quasi mai dichiarate madri inadatte.

Nota della redazione
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Alessandra Gornati portulaca

Alessandra Gornati

Mi piace leggere, mi piace scrivere, ma amo la privacy. Vivo in un piccolo Comune, e questo mi condiziona. Si potrebbe dire che amo parlare di quello che capita agli altri, ma se parlano di me, mi sembra di mettermi in mostra e sono in imbarazzo. Pensa a me come ad una donna timida e invisibile, senza misteri ma molto ricca nell'anima. Quello che do al mondo, lo do con le mie parole.

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