Garbagnate Milanese

Grandi manovre a Garbagnate. Lotta dura a spacciatori e ndrangheta

Garbagnate milanese. Sono giorni intensi per Garbagnate milanese dove le forze dell’ordine stanno svolgendo delle attività per delle “pulizie profonde”

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3 milioni di euro sequestrati a Garbagnate

Ieri, durante tutta la giornata gli uomini e le donne della divisione anticrimine della questura di Milano hanno inventariato i beni posti sotto sequestro e attribuibili a Bartolo Bruzzaniti, affiliato alla cosca Bruzzaniti Morabito di Platì. Una operazione complicata perchè l’uomo, uscito dal carcere dopo aver scontato una condanna a 10 anni era riuscito a riprendersi i beni che aveva nascosto, intestandoli a parenti e a teste di legno. La polizia di Stato è riuscita a dimostrare che 6 immobili, un’Audi Q3, 3 società e diversi conti correnti, per un totale di 3 milioni di euro, erano di fatto nella sua disponibilità. Una operazione che difficile, portata avanti dalla questura di Milano ma con la collaborazione della procura e del tribunale di Reggio Calabria che aveva la competenza per il sequestro dei beni dato che aveva emesso l’ultima misura cautelare nei confronti di Bruzzaniti, la sorveglianza speciale dopo il carcere. La questura ha anche dimostrato l’incoerenza fra il suo stile di vita e i suoi redditi. L’uomo e i suoi parenti affiliati alla cosca della ‘ndrangheta hanno basato la loro fortuna sui proventi del traffico di droga.

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Chi è Bruzzaniti

Tornando all’ operazione di indagine compiuta dalla questura, la proposta del sequestro è partita dalla dda e dal questore di Milano, accolta poi, dopo varie fasi dal tribunale di Reggio Calabria. Bruzzaniti è considerato il referente nel milanese della cosca ionico reggina per il traffico di stupefacenti. Ha accumulato sin da minorenne diverse condanne, arrivate dai tribunali di Milano, Torino e Reggio Calabria. Agiva in stretto contatto con Rocco e Giuseppe Morabito ed era stato coinvolto nella inchiesta Sim Card. Insieme ad altri membri della ‘ndragheta aveva fornito ai boss in carcere a San Vittore dei telefoni cellulari con i quali dirigevano i loro “affari”.

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Nel 2004 ha un’altra condanna per traffico di stupefacenti dal tribunale di Torino. Nel 1999 aveva infatti partecipato ad un accordo fra cosche organizzando la vendita di 10kg di cocaina, e ricevendo i clienti in un suo ristorante. I clienti però erano poliziotti sotto copertura, e la vendita fini con il sequestro. C’erano stati anche frequenti viaggi a Tropea, con visite al ristorante Costa dei Monaci, la cui proprietà è riferibile ai Papalia. Tre condanne lo portano in carcere dal 2002 al 2012. Non appena esce dal carcere avvia una serie di attività commerciali in cui usa con molta prudenza i beni che aveva acquisito. L’anticrimine milanese è però riuscita, con indagini durate un anno, a dimostrare che quei beni erano nella sua disponibilità e li ha sequestrati.

Intanto sempre a Garbagnate, i carabinieri…

In questi giorni i carabinieri della stazione locale, compagnia di Rho, stanno effettuando una serie di interventi di contrasto allo spaccio e al traffico di stupefacenti nella zona della stazione ferroviaria e del parco delle Groane. Si tratta di azioni che portano all’arresto di pusher e al sequestro degli stupefacenti. Operazioni che che nel tempo causano gravi danni alla vendita e al traffico della droga con una serie di martellate all’organizzazione. Lo scopo è sempre lo stesso, togliere il denaro causare danni economici ai trafficanti, in modo che sia loro sempre più difficile approvvigionarsi e rivendere.

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Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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