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Bambini rubati. Il tribunale dei minori toglie bimba a Papà ipovedente

Milano. Nel pomeriggio di Giovedì 17 ottobre una bambina di poco più di due anni e mezzo, che chiameremo Michela Maria è stata prelevata dagli assistenti sociali di Milano, senza preavviso ai genitori, da una scuola materna di Baggio e ricoverata in una comunità. Secondo il tribunale dei minori il papà, ipovedente, e la mamma 38enne non sono in grado di curarla e non hanno un rapporto genitoriale con lei.

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C’è qualcosa di vero? Mah

Mah, in realtà l’ordinanza che ho potuto leggere, e di cui ho una copia, è abbastanza terrificante. Infatti in concreto dice che Michela Maria sarà ricoverata per tre mesi nella struttura, e che in questo tempo i genitori, che la vedranno in tutto al massimo per 30 ore, dovranno recuperare il rapporto genitoriale. In questo caso, vero o no quello che dicono gli assistenti sociali, è sicuro che fra tre mesi, vedendosi solo al massimo per 30 ore sulle 2160 che la bambina trascorrerà lontano da casa, il rapporto genitoriale non potrà che essere peggiorato. Tanto più che i bambini piccoli soffrono molto per la mancanza dei genitori e tendono a essere arrabbiati vivendo quello che per loro è un abbandono. Infatti, a due anni è mezzo non è possibile comprendere che esiste un tribunale dei minori che la portata via ai suoi genitori. La reazione della piccola non può che essere conflittuale sia con chi la cura attualmente sia con i suoi genitori quando li rivedrà. Per arrivare a questa conclusione non è necessario essere laureato in psicologia infantile, basta essere stata mamma una volta. Chi fra le mamme e i papà che leggono non ha mai affrontato le reazioni dei bambini piccoli quando vengono lasciati con la baby sitter?

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cambiamenti. Social journalism

Quale mamma non conosce le lacrime del piccolo e il senso di colpa del primo giorno di lavoro, quando si lascia il bimbo? Lo sanno tutti che è dura ed è traumatico, per tutti. Infatti asili nido e scuole materne organizzano periodi di inserimento dei bambini che durano settimane, e prima di lasciare il bimbo con una nuova baby sitter si passano settimane insieme. Ora immaginatevi quanto può essere incavolata con i genitori una bimba di due anni e mezzo che viene prelevata da un asilo, pochi giorni dopo che vi era stata iscritta, che li rivede dopo settimane e dopo al massimo due ore se ne vanno di nuovo. Non so chi ha scritto quella ordinanza, ma leggendola mi vengono in mente solo due possibilità. O l’assoluta incapacità a giudicare davvero del futuro e dei diritti dei bambini, o l’assoluta malafede. Vogliono togliere la bambina ai genitori facendoli sentire in colpa e facendo loro credere che sono loro ad essere inadatti?

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Il papà

Ho ascoltato il papà di Michela Maria per più di un’ora, al telefono. Gli ho fatto una serie di domande anche abbastanza scomode, alcune molto personali. Gli ho detto che avevo modo di verificare le sue parole e che la mia unica preoccupazione è quella del benessere reale dei bambini e che considero gli adulti capaci di difendersi da soli, e per i quali non prendo mai parte. Gli ho detto che non mi aspetto l’innocenza e la santità negli adulti e che so benissimo che nessuno è perfetto come genitore. Ha accettato comunque di parlare con me e di raccontarmi la loro storia.

Papà ci vede poco, ma non è un irresponsabile

Ho trovato un uomo che sa parlare e dialogare in modo diretto, con proprietà di linguaggio, capace di formulare, al telefono con una sconosciuta che sa essere una giornalista, delle frasi dal senso compiuto. Non capita spesso. Ho intervistato laureati che si impaperavano e non concludevano le frasi che iniziavano, che dovevo guidare verso le risposte da dare alle mie domande. D. S. ha proprietà di linguaggio e un vocabolario vasto, non è una cosa che si improvvisa. Se parla con proprietà con me, lo fa anche con la sua moglie e con sua figlia. Però è scosso, arrabbiato, disperato per i suoi figli. Nonostante la grinta e la voglia di lottare per riavere i suoi bambini, si nota il cedimento, la consapevolezza di aver perso le sue libertà costituzionali di cittadino. Nelle sue parole si sente l’accettazione del fatto di essere messo sotto tutela da un tribunale che decide al posto suo, anche se non è un delinquente e non ha mai fatto nulla di male. Un tribunale ha deciso che lui non può essere padre perchè non ci vede abbastanza, perchè ha una disabilità?

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E’ la seconda volta

E’ la seconda volta che i servizi sociali tolgono un bambino a questa famiglia. 5 anni fa la mamma dei bambini aveva attirato l’attenzione dei servizi sociali di Genova a causa di una segnalazione di un ex compagno. Da quello che si è capito da un numero su una pratica, i servizi sociali avevano già deciso di togliere il bambino alla madre e al padre alla nascita. Infatti quando Mauro Cristian è nato è stato fermato in ospedale perchè dicevano che la madre non sapeva gestire il neonato. Era il suo primo figlio ed aveva appena partorito. Il bambino è stato preso dall’ospedale e dato ad una famiglia affidataria, con cui vive da 5 anni. Nonostante le lotte dei genitori contro questo sistema, sono iniziati i processi per l’adottabilità. Se sarà dichiarato adottabile, Mauro non potrà restare con la sua famiglia nè con la famiglia affidataria che lo ha cresciuto finora.

Un’altra Bibbiano?

E’ impossibile non domandarsi se queste persone che decidono chi può crescere dei figli e chi no, che decidono se un uomo ipovedente può fare il padre, e che scrivono sentenze stupide come quella che ho letto, sono davvero in grado di decidere cosa è meglio per i bambini. Impossibile non chiedersi se dietro a queste storie allucinanti si nasconde un’altra Bibbiano. Oggi, proprio grazie al caso di Bibbiano, siamo in grado di guardare cosa succede, anche a Milano, alla democrazia e ai diritti dei bambini, e quello che si potrebbe scoprire fa paura, molta paura. Anche a me.

Nota della redazione
I giornalisti di Co Notizie News Zoom lavorano duramente per informare e seguono l'evoluzione di ogni fatto. L'articolo che state leggendo va, però, contestualizzato alla data in cui è stato scritto. Qui in basso c'è un libero spazio per i commenti. Garantisce la nostra libertà e autonomia di giornalisti e il vostro diritto di replica, di segnalazione e di rettifica. Usatelo!Diventerà un arricchimento della cronaca in un mondo governato da internet, dove dimenticare e farsi dimenticare è difficile, ma dove la verità ha grande spazio.

Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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