Regioni

Bambini rubati. Bruno, 2 anni e mezzo e un orecchio rotto, in comunità

Crema. Il gruppo dei gilet gialli lombardi e una associazione chiamata mamme coraggio hanno protestato per il tentativo di dichiarare adottabile il piccolo “Bruno”, nome di fantasia, bimbo di due anni e mezzo. Bruno è stato maltrattato in comunità dopo essere stato portato via ai nonni naturali.

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La manifestazione non ha avuto grandi numeri. Manca la visibilità e chi ha la responsabilità di quanto accade non ha interesse a parlare. Preferisce che i fatti siano gestiti nelle stanze dei tribunali, in silenzio, per non creare scandalo e per evitare giudizi. Manca quel coraggio che ci si aspetterebbe da persone civili, sia nel denunciare sia nell’intervenire. I bambini degli zingari, che vivono fra topi e sporcizia, cui insegnano a rubare e che non vanno a scuola, vengono lasciati stare. Affrontarli vorrebbe dire affrontare un clima da guerra civile. Le istituzioni non vogliono affrontare il problema. Invece, i bambini di famiglie la cui colpe sono leggerissime, probabilmente solo la povertà, e che non maltrattano i bambini, possono essere portati via, maltrattati e psicologicamente danneggiati, poi dati in adozione a famiglie estranee, perchè le possibilità di ribellione dei genitori naturali sono minori? Il dubbio c’è. I casi che stanno affiorando sono troppi ( e anche uno sarebbe già troppo), anche in Lombardia. E si teme che, fra un caso e l’altro, si nasconda il fantasma di un’altra Bibbiano.

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cambiamenti. Social journalism

La storia di Bruno

Come nella storia di Allegra, anche in questo caso sarò vaga nel raccontare la storia, per non aggiungere dolore a dolore, e per proteggere il bambino anche in futuro. Anzi, sono stata più che vaga. Sono sta volutamente imprecisa e ho dato particolari fuorvianti perchè gli articoli in internet rimangono per molto tempo. All’arrivo di Bruno i genitori sono felici. Come capita spesso i nonni danno una mano con la cura dell’arrivo del nipotino. Poco dopo la nascita del bambino però la mamma cade in depressione, i genitori si dividono. La mamma e il bimbo ritornano a vivere dai genitori di lei. Purtroppo tenta il suicidio. E’ ricoverata in un reparto psichiatrico e da lì parte la segnalazione ai servizi sociali. Il bambino ha meno di 2 anni. E’ prelevato dalla casa dei nonni e portato in una comunità. Il papà non è preso in cosiderazione. I nonni hanno il permesso di visita una sola ora al mese.

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Non sono ricchi, fanno tanti sacrifici per vedere il bambino e per curare la figlia. All’inizio di agosto, i nonni riescono a vedere Bruno e si accorgono che ha la cartilagine dell’orecchio spezzata e rimarginata male. Sono ovviamente partite le denunce, per i maltrattamenti in comunità. Il giudice sta per emettere un decreto per l’adottabilità di Bruno. Se sarà dichiarato adottabile, i nonni e il padre perderanno ogni diritto anche solo di sapere come sta.

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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