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La storia della baby gang delle case popolari

Abbiategrasso. Sono ragazzini ma si comportano come delinquenti incalliti. Sono i componenti della Baby gang delle case popolari di Abbiategrasso, che crescono entrando e uscendo dal carcere sin da quando hanno compiuto l’età per essere giudicati. Ieri pomeriggio, intorno alle 17, I carabinieri di Abbiategrasso ne hanno arrestati 3. Avevano appena accoltellato un ragazzo di 15 anni per rubargli lo smartphone.

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Il capobanda era evaso dagli arresti domiciliari

Casa da cui non avrebbe dovuto uscire perchè era agli arresti domiciliari. Ci era finito dopo la condanna per una serie di rapine di cui si era già parlato lo scorso marzo 2019, dopo una serie di rapine violente che un gruppo di 9 ragazzini avevano compiuto fra il luglio e il novembre 2018.

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cambiamenti. Social journalism

Il fallimento degli arresti domiciliari

Ritrovarli di nuovo in strada dopo poco meno di 3 mesi, fa impressione. La mano leggera della giustizia nei confronti dei giovani, considerati recuperabili dalla società, è stata letta come un permesso di continuare a fare del male al prossimo, al più debole, a colui che non usa la violenza, neppure per difendersi.

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Bisognerebbe domandarsi come sia stato possibile che una simile mentalità si sia diffusa fra i giovani del quartiere popolare di Abbiategrasso. Da un lato, la risposta è semplice. La colpa è delle famiglie di origine che applicano gli stessi disvalori di superficialità, violenza e profonda ignoranza. Dall’altro lato non si può evitare, secondo me, di attribuire una buona parte della responsabilità a quelle istituzioni che nel passato non hanno saputo intervenire e a quelle che hanno permesso che quelle famiglie si stabilissero ad Abbiategrasso e allevassero i loro figli in quel modo.

Finiranno per ammazzare qualcuno

Ora è tardi. Non è difficile prevedere che quei ragazzini diventeranno adulti e, una volta fuori dal carcere, continueranno a rapinare e picchiare fino a che non uccideranno qualcuno. Per loro ci sarà ancora il carcere, e un’altra possibilità. Per le loro vittime e per i loro parenti, invece, no.

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Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica. Ora scrivo su alcune testate, coordino portali di informazione, sono una giornalista, e una Web and Seo Editor Specialist

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