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Il Piemonte verso il referendum sull’autonomia

Piemonte autonomo come Lombardia e Veneto. Alla vigilia delle elezioni regionali è partita la battaglia per portare i piemontesi a votare sull’autonomia piemontese. La via scelta, istituzionale, ricalca quella seguita da Veneto e Lombardia lo scorso anno, con l’adesione e la richiesta partita dai Comuni.

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Un Referendum consultivo per l’Autonomia del Piemonte. Questa è la proposta di Andrea Cane, responsabile del coordinamento degli Enti locali della Lega del Piemonte. A partire da questa settimana a tutti consiglieri, sindaci e assessori delle istitzioni piemontesi sarà inviato un Ordine del Giorno da presentare nelle loro assisse di riferimento con la proposta di indizione di un referendum consultivo concernente l’iniziativa per l’attribuzione alla Regione Piemonte di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomie.

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Andrea Cane spiega la proposta di referendum

“In accordo con il Segretario della Lega del Piemonte, l’On. Riccardo Molinari, si è deciso di riprendere questa battaglia
intrapresa già da diverso tempo, attraverso l’istituzione del Comitato Promotore per il Referendum sull’ Autonomia del Piemonte e la presentazione in Consiglio regionale della proposta di legge regionale n. 274, avente ad oggetto: ‘Indizione di referendum consultivo concernente l’iniziativa per l’ attribuzione alla Regione Piemonte di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomie ai sensi dell’articolo 116, terzo’.”

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La motivazione della battaglia autonomista

“Questo ODG potrà essere presentato anche sotto forma di mozione. Rimarca il fatto che l’autonomia politica e amministrativa è un valore di rango costituzionale sancito dall’art. 114 della Costituzione, la cui estensione è disciplinata dal Titolo V della Costituzione che i cittadini, con il referendum costituzionale del dicembre 2016, hanno inteso mantenere e rafforzare. La nostra stessa Carta Costituzionale prevede che le Regioni possano assumere forme e condizioni particolari di autonomia in tutte le materie attribuite alla potestà legislativa concorrente Stato-Regioni e in alcune delle specifiche materie attribuite alla potestà legislativa esclusiva dello Stato, oltre a sancire l’autonomia finanziaria di entrata e di spesa delle Regioni nel rispetto dei principi di solidarietà e di coesione sociale. “

“Sono fermamente convinto che sia necessario garantire a tutti i livelli di enti locali la massima responsabilizzazione, l’effettività e la trasparenza del controllo democratico nei confronti degli eletti, prevendendo una distribuzione del residuo fiscale più equa, vale a dire la differenza tra quanto le Regioni pagano allo Stato e quanto ricevono per servizi locali e nazionali. Devo invece purtroppo rilevare che tutte le istanze avanzate in passato da alcune Regioni, fra le quali il Piemonte, volte ad ottenere dallo Stato centrale un maggior grado di autonomia, siano fallite e che, all’inverso, non potrebbe invece essere ignorato il valore e l’orientamento della volontà popolare espressa attraverso il voto democratico, così come invece avvenuto nelle Regioni Lombardia e Veneto ove si è tenuto il 22 ottobre 2017 e dove gli elettori si sono espressi favorevolmente per un’Autonomia differenziata relativamente a 23 materie quali tutela della salute, il commercio estero, politiche del lavoro, istruzione, ricerca ed innovazione.

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Con questo ODG chiediamo quindi che la Regione Piemonte debba avviare un processo di attuazione del Titolo V della Costituzione al fine di dotarsi di più ampie capacità di intervento legislativo e programmatorio, in un quadro volto ad eliminare l’incertezza e la sovrapposizione delle competenze. Lo stesso Consiglio regionale del Piemonte in tutti questi anni ha sempre fatto orecchie da mercante, tanto che ad oggi non è stata ancora approvata né risulta emanata dall’Ente gestito attualmente da Chiamparino alcuna legge che disciplini l’esercizio del referendum consultivo ai sensi e per gli effetti degli articoli 83 e 84 dello Statuto della Regione Piemonte”.

Chiamati tutti i Comuni piemontesi

Ai Consigli Comunali, esclusi per ora quelli che andranno al voto e che possono discutere solo atti improrogabili, sarà chiesto di approvare il referendun e di chiedere che il Consiglio Regionale approvi presto una legge che ne disciplini il procedimento per l’indizione e lo svolgimento.

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica. Ora scrivo su alcune testate, coordino portali di informazione, sono una giornalista, e una Web and Seo Editor Specialist

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