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La rissa dei Bitcoin. Il tribunale del riesame libera uno dei protagonisti

La XII sezione penale del Tribunale di Milano, in funzione di giudice per il riesame, ha deciso di annullare l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Yader Perez, 35 anni, e di liberarlo (se non detenuto per altra causa) dopo che i suoi avvocati hanno presentato una memoria difensiva che ha posto dei dubbi sulla sequenza e sulle responsabilità di alcuni degli avvenimenti dello scorso giugno, avvenuti in viale Abruzzi 43.

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Avevamo raccontato la storia nell’articolo truffa al bitcoin con rissa, che colpiva in modo particolare perchè i protagonisti avevano effettuato una trattativa di vendita di bitcoin con un pagamento in contanti per 2milioni e 350 mila euro, in un ufficio di Milano che nulla aveva a che fare con gli ambiti digitali dove normalmente si svolgono questo tipo di transazioni (la piattafora di blockchain), oppure in quelli bancari, dove si svolgono i cambi fisici di bitcoin in euro.

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cambiamenti. Social journalism

Era finita in una rissa, durante la quale le banconote erano volate dappertutto,  sparse sul marciapiede e posizionate in un trolley, e parrebbe siano spariti 50mila euro, portati via da una donna sconosciuta. Infine solo 89 delle banconote recuperate erano vere. Le altre banconote ritrovate erano palesemente false e con tanto di scritta fac simile stampigliata sulla superficie.

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L’ordinanza

L’ordinanza del tribunale del riesame è stata depositata in tribunale lo scorso 2 luglio. Il dubbio posto dagli avvocati difensori di Yader Perez nella loro memoria e nella loro ricostruzione dei fatti, è sull’accusa di rapina e si basa sulla mancanza di certezza attuale su chi ha portato la pistola scacciacani all’appuntamento, con cui è stato poi sparato un colpo. Una pistola scacciacani che ha fatto comunque diversi passaggi di mano, nella concitazione degli avvenimenti.

E’ stata anche vista da diversi testimoni casuali prima di essere sequestrata dalla polizia di Stato.  Il ragionamento dell’avvocato di Yader Perez, infatti, è che se la pistola fosse stata portata dalla persona offesa, questa sapeva che era una scacciacani, non pericolosa, e quindi non avrebbe avuto ragione di sentirsi minacciato dalla stessa. Se questa tesi convince i giudici, non vi sarà accusa di rapina.

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I soldi veri. 50mila euro misteriosi

In ballo ci sono anche i 50mila euro veri che risultavano dalla vendita preliminare dei 7 bitcoin, che valgono circa 7.500 euro l’uno. Secondo una ricostruzione data alla polizia di Stato, potrebbero essere stati portati via dalla donna sconosciuta. Secondo la ricostruzione proposta dalla memoria dell’avvocato difensore di Perez, invece, la transazione preliminare potrebbe non essere avvenuta perchè non risulta chiaramente nel profilo di blockchain del venditore e quindi i soldi veri sarebbero ancora di proprietà di chi li aveva mischiati a quelli con la scritta fac-simil.

Un mistero curioso, 50 mila euro non sono pochi . Secondo me questa storia non finirà con questo articolo. Sono curiosa di sapere di chi sono le 89 banconote vere ritrovate mischiate a quelle false.  Ci sono tante curiosità.  Da dove arrivano quei soldi? Qualcuno ci ha pagato le tasse? E soprattutto, ma quando è nato Blockchain che  permette il cambio di 1 bitcoin, conquistato magari con il mining e la potenza di calcolo del computer di casa, con 7500 euro, perchè io non lo sapevo?
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Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica. Ora scrivo su alcune testate, coordino portali di informazione, sono una giornalista, e una Web and Seo Editor Specialist

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