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Paolo Savona, perchè Mattarella non lo vuole?

Ma insomma, questo Mattarella cosa sta pensando? Perchè mette i veti contro il prof. Savona come ministro all’economia? Non vorrà mica scegliere lui ministri e governo? Non vorrà mica fare come Scalfaro quando impedì la nomina di  Gianfranco Miglio?

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Non ho risposte da darvi sui motivi per cui Il presidente della repubblica Mattarella si sia fissato così tanto sul veto al prof. Savona come ministro dell’economia. Solo supposizioni. L’unico motivo cui riesco a pensare è che Il presidente cerchi di imporre la sua visione andando oltre i suoi compiti istituzionali, ma è una spiegazione che non convince del tutto neppure me. È facile intuire che le aspettative di Mattarella sulle elezioni e sul nuovo governo fossero diverse da quello che poi è stato il risultato finale. Si aspettava forse un governo tecnico di sua indicazione e con il sostegno esterno del Pd e di Berlusconi e prevedeva un “patto del nazzareno 2” sotto la sua ala. Forse non aveva previsto che potesse nascere un governo di programma fra movimento 5 stelle e lega, è stato spiazzato.

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Questo è il fatto strano di questa legislatura

Non tanto la nascita del programma di governo fra le due forze più popolari al momento, ma che nei palazzi romani non siano riusciti a considerare la possibilità che succedesse. Eppure, anche se non è stato sicuramente facile, l’accordo le due forze era abbastanza scontato. Facile dirlo dopo? Ma no. Bastava guardare la Lombardia. Come è stato votato il referendum sull’autonomia della Lombardia nel 2015? In collaborazione, adesione e con il voto dei 5 Stelle. Vi era già stato un lavoro unitario che ha portato a due vere innovazioni: il referendum sull’autonoma della Lombardia e il voto elettronico. Quindi, se sui contenuti, sulle cose da fare, l’accordo fra i due movimenti era già avvenuto una volta, era facile prevedere che sarebbe successo anche una seconda.

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Romanocentrismo di palazzo

Renzi, il Pd e i loro alleati hanno peccato un’altra volta di romanocentrismo di palazzo e questo ha determinato la loro incapacità di considerare la possibilità di un accordo lega 5 stelle. Ora stanno consumando tutti i crediti politici che hanno in giro per l’Europa nel tentativo di fermare il governo. Lo chiamano vendere cara la pelle. Quindi assistiamo agli attacchi di parte di Macrom, dei ministri del Lussemburgo e dei giornali esteri. Ci manca solo che prenda parte Angela Merkel in persona. Però nessuno ci casca più e nessuno si lascia più condizionare da questi interventi. Nè il popolo, nè i parlamentari. Questo modo di fare è considerato un disturbo di fondo, non una opposizione. Dà molto fastidio.

La resistenza di Mattarella

Possiamo quindi annoverare la resistenza del presidente Mattarella alla nomina del prof. Savona ad una strategia volta a compiacere il partito democratico e tentare ancora di instaurare, almeno in parte, quel progetto di governo “nazzareniano” che aveva in mente il giorno dopo le elezioni politiche? Probabilmente si. Non è difficile che i parlamentari del partito democratico nelle ultime ore si siano nuovamente “attaccati al telefono” e abbiano chiesto insistentemente al presidente Mattarella di “non firmare”, e di non accettare il prof. Savona come ministro all’economia.  Secondo la mia opinione, il motivo per cui è stato individuato nella lista dei ministri il nome di Paolo Savona come possibile punto debole dell’accordo Lega – 5 stelle è nella storia del nostro paese. Era già successo un’altra volta. Nel primo governo Berlusconi, 1994, nella lista dei ministri Umberto Bossi propose Gianfranco Miglio come ministro alle riforme. Il progetto era il federalismo e Miglio ne era il promotore. L’ allora presidente Scalfaro mise un veto simile sul professor Miglio. Bossi cedette, ritirò il nome. Miglio e Bossi litigarono, Miglio accusava Bossi di non averlo difeso abbastanza e l’Italia perdette 25 anni di modernità perchè non fu fatta nessuna riforma. Si disse poi che la motivazione del veto era prettamente personale. Scalfaro si era legato al dito qualcosa che Miglio aveva fatto ai tempi quando erano compagni di scuola.

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I tempi sono cambiati

Matteo Salvini ha scritto su Fabebook di essere davvero arrabbiato, poi ha incassato il sostegno di Di Maio con un like. Il profilo fb del presidente Mattarella non è seguito e i suoi messaggi non sono personali. Non ci dice quai sono le sue motivazioni e non può competere con i due leader e con la loro capacità di mobilitazione. Non avremo mai la sua spiegazione dei fatti ed è destinato a perdere questa battaglia.  In via Bellerio c’è aria di mobilitazione generale e la minaccia del ritorno alle urne, in caso di mancanza di approvazione della lista dei ministri, compreso il prof. Savona, è concreta. Lo sa anche D’alema, scoperto, poche ore fa, dal Fatto quotidiano mentre confessava che “se si va a votare sul veto su Savona, questi prendono l’80% dei voti”.

La prova di forza

Si è instaurata una prova di forza con le due componenti del programma di governo da una parte e il palazzo e il presidente Mattarella dall’altra. Da una parte chi rappresenta e ha contatti diretti con il 60% del paese e dall’altra il presidente, che dalla sua parte ha solo una piccola parte di chi ha perso le elezioni. Attualmente lo difendono solo gli Ex Ministri, quelli che hanno perso, come Martina. Salvini e di Maio non cederanno, se vogliono cambiare il paese. Hanno il coltello dalla parte del manico. Come conclusione possiamo affermare che quella di Mattarella è stata l’ultima carta malgiocata di Renzi e company. Hanno di fatto, tutto da soli, messo il presidente nella rischiosa condizione di essere delegittimato. Come andrà a finire lo sapremo fra qualche ora, quando il primo ministro in pectore, Giuseppe Conte andrà da Mattarella, alle 19.

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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