Cronaca LombardiaAmbiente

Discariche autorizzate nei parchi e insulti a chi non fa la differenziata

Milano – Se da una parte l’amministrazione comunale di Milano condanna chi non fa la raccolta differenziata coscienziosamente, dall’altra autorizza, amministrando Città metropolitana, le discariche nei parchi ecologici nella cintura verde del Ticino.

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Il Comune di Milano ha intensificato la raccolta differenziata dei rifiuti, di tutti i tipi, che devono essere destinati al riciclaggio piuttosto che all’inceneritore o alle discariche. Sembrerebbe voler far concorrenza ai piccoli comuni dell’hinterland per il titolo di Comune ricilone, un premio che veniva consegnato qualche anno fa a quelle amministrazioni comunali che riuscivano a superare le soglie medie di rifiuti riciclati. 

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L’amministrazione milanese ci ha proprio dato dentro, esagerando anche un po’. Infatti le multe per chi sbaglia a mettere i rifiuti nei sacchi colorati della raccolta differenziata sono ingenti, al punto che certi condomini hanno assunto una persona con il compito di dividere la spazzatura nel modo giusto.

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“Pagare qualcuno che controlli costa meno del pagare le multe” hanno risposto i residenti di condomini e quartieri quando ho chiesto informazioni su questo aspetto amministrativo. La passione ecologico – punitiva dell’amministrazione di Beppe Sala ha avuto anche un altro effetto. Ci sono stati diversi casi di litigi condominiali, anche piuttosto accesi e con feriti ricoverati in ospedale, causati dalla spazzatura.

Uno qualche settimana fa. Un uomo ha sorpreso il vicino che appoggiava il sacco della spazzatura sul cassonetto invece che all’interno. Per sedare la lite che ne è nata è intervenuta la polizia  e un anziano si è sentito male. Altri casi hanno riguardato gli insulti su Facebook, con denunce pubbliche dei colpevoli di non differenziare abbastanza e la pubblicazione di foto dei vicini che avevano inserito un bicchiere rotto nel sacco della plastica. Gli insulti più gentili che ho letto sono quelli del neo consigliere regionale Carmela Rozza che, lo scorso 18 aprile, ha definito chi non fa la differenziata in modo adeguato, o butta in giro i rifiuti, “farabutti, accidiosi, oltre che profondamente stupidi e patetici” .

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Scelte ecologiche e discariche random

Spargere rifiuti in giro o scavare dei buchi per seppellirli è infatti profondamente sbagliato, in un ottica ecologica e di rispetto dell’ambiente. La raccolta differenziata dei rifiuti dovrebbe essere un valore assodato e universalmente accettato, ma non è così. La stessa città metropolitana, che è gestita dall’amministrazione comunale di Milano, (ne è sindaco Giuseppe Sala), sta concedendo il permesso di trasformare in una discarica una cava di ghiaia che si trova tra i comuni di Casorezzo e Busto Garolfo, nel parco del Roccolo, un plis della cintura verde dell’altomilanese, attraversato da un corridoio ecologico perchè punto di appoggio e nidificazione durante la migrazione dei volatili. 

L’idea e il progetto che città metropolitana sta di fatto appoggiando è quello di seppellire all’interno della cava dei rifiuti, coprirli e impiantarci sopra un parco, magari con un bel frutteto. Mi ha colpito, di questi fatti, l’idea che se per un cestino un po’ pieno, Carmela Rozza si è scagliata contro i milanesi colpevoli di non fare la differenziata, dovremmo vederla “azzannare” (con mia felicità e approvazione) chi vuol seppellire 1 milione e 800mila metri cubi di rifiuti all’interno di un’area naturale, sopra la falda acquifera che alimenta la linea dei fontanili e quindi anche gli acquedotti di Milano.

Mi aspettavo davvero di trovare i componenti della giunta milanese e quelli della città metropolitana in prima fila nella battaglia contro la discarica a Casorezzo.  Sono rimasta malissimo nello scoprire che non ci sono. La scorsa giunta della regione Lombardia è stata molto presente e ha applicato le leggi ambientaliste della Lombardia con il giusto rigore, impedendo un altro scempio ambientale.

La parte politica della Città metropolitana, invece,  quando si parla di impedire di riempire di rifiuti la cava di Casorezzo svicola via, mentre i tecnici della stessa istituzione concedono permessi e danno prescrizioni decisamente assurde. Per fare un esempio, secondo loro la ditta Solter spa, proprietaria della cava di ghiaia, potrebbe riempire il buco con dei rifiuti e costruirci sopra un parco, se installerà un enorme pompa che deprimerà la falda acquifera dell’ovest milanese di 5 metri, pescando l’acqua a monte dell’impianto e ributtandola nella falda 300 metri a valle.  Un po’ come dire che, per seppellire rifiuti indifferenziati in campagna, si sposta un fiume.

La cava di Casorezzo

Ho seguito con molta attenzione la guerra di resistenza contro la discarica condotta da Casorezzo e da Busto Garolfo. La legge della Lombardia infatti scoraggia al massimo le discariche. Nella gestione dei rifiuti e con i progetti di economia circolare le discariche non servono. Specialmente in provincia di Milano, dove ogni rifiuto tende ad avere il suo posto e quelli che non sono riciclabili finiscono nell’inceneritore di Figino.

Proprio a causa del grande sforzo di raccolta differenziata di rifiuti domestici e di rifiuti speciali l’inceneritore ha qualche problema. Non funziona infatti a pieno regime. Non ha rifiuti da bruciare. E se non ci sono rifiuti da bruciare, figurarci se ne sono da seppellire.  Per quale motivo quindi la città metropolitana vuol permettere di seppellire nelle campagne milanesi dei rifiuti? Dove pensa che li si andrà a prendere?

La partecipazione ad una visita nella cava di Casorezzo, con una conferenza stampa organizzata dalla ditta Solter Spa, mi ha dato l’occasione per preparare una piccola inchiesta, divisa in più articoli. Lo scopo è quello di ascoltare e cercare di capire, da più punti di vista, quello che sta succedendo nel milanese. Chissà! Magari anche Carmela Rozza ci darà il suo parere sulla discarica nel parco, usando la stessa animata passione con cui ha attaccato, su Facebook, la cattiva abitudine di buttare i rifiuti non differenziati nei cestini cittadini.

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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