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Quando i genitori sono più pericolosi dei loro figli

Ossona – La questione del bullismo a Ossona ha preso toni che fanno preoccupare per il futuro, perchè ci sono genitori che non riescono a togliersi le fette di salame dagli occhi.

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Controllo vicinato, ronde e territorio: primi risultatiLa preside della scuola media non risponde ai giornalisti che le chiedono di dire due parole su quanto successo a Ossona dove alcuni ragazzini hanno picchiato in gruppo un loro coetaneo. La prof Maltagliati, la preside, non nega e non conferma, ma si chiude a riccio e chiama una psicologa per i ragazzi. Non parla con i giornalisti, neppure dopo tante telefonate ma conferma di fatto che qualcosa di grave è successo.  Il timore è che si senta anche lei spaventata, perchè dire due parole ben pensate sulla vicenda non pone nessun tipo di rischio. Invece, si viene a sapere che la psicologa ha parlato con i ragazzi dei fatti successi, e ha scoperto che un genitore era presente, ha visto, non è intervenuto perchè, dice, “non è successo nulla e che i ragazzi stavano solo giocando a spintonarsi”. Da quanto mi hanno raccontato, la psicologa ha commentato, davanti ai bambini. che “alcuni genitori sono i primi a dover essere rieducati”. A quel punto chi ha minimizzato e non ha reagito al fatto in sè, reagisce alle parole che la psicologa avrebbe detto e che sono state riportate dai ragazzini.  Sempre secondo quanto mi hanno raccontato,  questi genitori si sarebbero arrabbiati con la psicologa e con la preside Maltagliati. Secondo loro la prima è colpevole di aver parlato male dei genitori davanti ai bambini e la seconda di aver chiamato un supporto educativo senza consultarsi prima con i genitori. In più, non è difficile capire che la fonte  de Il Giorno, che minimizza quanto successo, è uno dei genitori in causa. Si, Insomma, a Ossona siamo in piena guerra. Si usano tutte le armi, dalla strategia della tensione a quella della denigrazione a quella della negazione, alla divulgazione di fake news, fino al “no comment” politico. Tutto in formato ossonese: piccolo ma completo.

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I ragazzini hanno capito, ma i genitori?

I ragazzini e il loro atto di bullismo sono passati in secondo piano. Probabilmente i 12enni hanno anche capito quanto profondamente sbagliato sia il comportarsi in modo aggressivo con il prossimo e non lo faranno mai più. Ora il problema è dare la stessa lezione ai genitori che hanno invece ingaggiato una guerra di prevaricazione con chi parla di bullismo. Non realizzano che se dei ragazzini di 12 anni si spintonano non lo fanno perchè stanno giocando. Lo fanno perchè stanno aggredendo qualcuno, Sono però pronti a far rispettare il loro diritto di genitori se hanno il sospetto che qualcuno dica, o scriva, una parola contro di loro. E’ Il silenzio sulla vicenda che ha scatenato questa situazione assurda. Se  la scuola avesse parlato immediatamente del fatto, apertamente e senza reticenze, anche con chi ha il dovere dell’informazione, l’intervento della psicologa avrebbe avuto il permesso e l’approvazione della maggioranza dei genitori, i ragazzini avrebbero capito più velocemente e quei genitori che hanno l’istinto da bulli non lo avrebbero espresso. Sarebbero stati ridimensionati e le loro pulsioni riassorbite e mitigate dalla comunità, e avrebbero dato ai loro figli una punizione commisurata agli atti compiuti. Poi sarebbe finita lì. Nessuno a Ossona si chiederebbe perchè degli adulti non sono intervenuti nell’aggressione.

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Nota della redazione
I giornalisti di Co Notizie News Zoom lavorano duramente per informare e seguono l'evoluzione di ogni fatto. L'articolo che state leggendo va, però, contestualizzato alla data in cui è stato scritto. Qui in basso c'è un libero spazio per i commenti. Garantisce la nostra libertà e autonomia di giornalisti e il vostro diritto di replica, di segnalazione e di rettifica. Usatelo!Diventerà un arricchimento della cronaca in un mondo governato da internet, dove dimenticare e farsi dimenticare è difficile, ma dove la verità ha grande spazio.

Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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