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Doddore Meloni, indipendentista sardo, morto per lo sciopero della fame e della sete

Cagliari – Questa mattina alle 9.10 all’ospedale SS. Trinità di Cagliari è morto l’indipendentista sardo Doddore Meloni, di 74 anni. Stava compiendo uno sciopero della fame e della sete, per ottenere la libertà della sua terra. Una vergogna in più per lo stato italiano e una grande pena per la sua famiglia e per i suoi amici. Sono fiera di avergli stretto la mano lo scorso 6 aprile 2014 a Verona.  Fiera e consapevole di aver avuto la fortuna di aver incontrato un grande uomo.

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Il parallelismo è naturale. I popoli della penisola italiana hanno ora il loro Bobbie Sand. un sardo di 74 anni.Ne sarà ben fiero lo stato italiano. Dopo tanti anni di tentativi andati a vuoto, è finalmente riuscito a martirizzare un indipendentista. Noi avremmo fatto volentieri a meno. Avremmo preferito poter ancora fare quattro chiacchiere con Doddore, Salvatore Meloni, a radio Padania, dove era spesso ospite, o per la festa veneta di San Marco, in una terra finalmente libera e civile, dove l’autogoverno dei popoli e la libertà siano diritti riconosciuti, normali, come è normale bere un bicchiere d’acqua. In un paese dove la repubblica di Malu Entu, l’isola di Mal di Ventre in italiano, sarebbe stata accettata e considerata una normale espressione della libertà e della civiltà. Doddore era stato arrestato lo scorso 28 aprile per una condanna a 4 anni e 11 mesi per reati fiscali.
Nella sua ribellione allo stato italiano non aveva forse pagato le tasse e per questo lo avevano condannato e messo in carcere, a Ute, dove aveva intrapreso uno sciopero della fame e della sete.era indagato nello stesso processo dei serenissimi.  Il suo stato di salute è progressivamente degenerato nel totale disinteresse delle istituzioni. Una settimana fa, dopo una visita del suo medico era stato ricoverato in ospedale SS, Trinità a Cagliari. Lunedì 3 luglio era entrato in coma, sempre piantonato dalla polizia penitenziaria.

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cambiamenti. Social journalism

Nessuna pietà per i buoni

Non abbiamo sentito papa Francesco pregare per Doddore, o chiedergli di smettere lo sciopero della fame e della sete. Non abbiamo avuto un Mattarella, garante delle libertà democratiche, che spendesse una parola. I radicali? Niente levate di scudi per Doddore. Niente televisioni. Solo la solidarietà del segretario Riccardo Magi, capitato praticamente per caso davanti al tribunale di Cagliari qualche settimana fa. Una solidarietà, fra l’altro, molto circostanziata. Oggi il corpo di Doddore Meloni è nella camera mortuaria dell’ospedale di Is Mirrionis; attorno, la moglie e le cinque figlie, Francesca, Tiziana, Annalisa, Marisa e Cristina, e i tanti amici. Anche quelli che come lui, saranno processati a breve, per aver tentato di costruire un tanko, simbolo dell indipendenza veneta, in un paese in cui si può discutere del perdono ad un boss della mafia come Totò Riina, ma non si può concedere il rispetto e la libertà, a Doddore Meloni, un uomo che protesta e lotta pacificamente per la libertà.

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Ipocrisie italiane

Ma gli italiani, quelli che si sentono così legati ai valori dell’antifascismo e dei partigiani, non sentono l’assordante rumore provocato da Silvio Pellico che si rivolta nella tomba? Eppure persino io lo sento gridare, forte, indignato e addolorato da tanta ipocrisia, nonostante lo stato italiano che ha contribuito a creare non mi sia per niente simpatico. Oggi meno che mai. Arrivederci Doddore, ti chiedo scusa.

Nota della redazione
I giornalisti di Co Notizie News Zoom lavorano duramente per informare e seguono l'evoluzione di ogni fatto. L'articolo che state leggendo va, però, contestualizzato alla data in cui è stato scritto. Qui in basso c'è un libero spazio per i commenti. Garantisce la nostra libertà e autonomia di giornalisti e il vostro diritto di replica, di segnalazione e di rettifica. Usatelo!Diventerà un arricchimento della cronaca in un mondo governato da internet, dove dimenticare e farsi dimenticare è difficile, ma dove la verità ha grande spazio.

Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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