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Ukraina, oltre la retorica

Oltre la retorica, si. Oltre la retorica nazionalista delle truppe giornalistiche o pseudo tali della diaspora. Oltre la retorica di tanti pensatori ukraini o filoukraini vittimisti. Oltre la retorica atlantista che ha eletto questa terra come futura Somalia. Ebbene si, come futuro stato fallito. Come futura federazioni di microstati in perenne guerra tra di loro. Una terra che forse allora capirà se non in preda ai fumi dell’alcool di essere stata ingannata. Un nazionalismo però che non viene condannato.

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L’Ukraina che fa comodo

Fa comodo, fa comodo all’Europa schiava dei diktat d’oltreoceano. Fa comodo all’Europa, ha creato la sua riserva di salariati a basso costo e di badanti distrutte dai nostri anziani e dalle loro pretese. Fa comodo all’Europa, quella tollerante. Quella che ama i sexy shop, il sesso a pagamento low cost. Hanno trovato nelle donne ukraine e anche nei ragazzi maschi una meta sessuale vicina, comoda e poco costosa. Fa comodo agli pseudo pastori di anime delle svariate confessioni cristiane. Più fedeli emigrati significano più soldi. Più soldi per loro e più lacrime da asciugare. Più lacrime da sciugare e ancora soldi per poter mangiare e gonfiare i loro ventri obesi. Ma cosa succede intanto in Ukraina?

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Aumentano i costi, aumenta la guerra

Aumentano i costi del gas e dell’elettricità. I nostri decerebrati locali potranno anche rispondere che però gli ucraini sono liberi. Bene, ammesso che questa notizia sia vera perché proveniente dai rumours dell’emigrazione viene da chiedersi:” Glielo pagano questi pensatori il gas e magari la luce?”. Aumentano i costi della luce, se in passato una centrale nucleare ormai tristemente nota per il disastro di Cernobyl provvedeva al fabbisogno oggi occorre tornare al passato. Quindi serve il carbone. Il carbone è nelle zone di guerra del Donbass. Il carbone non arriva più in Ukraina e quindi aumentano i costi e risulta difficile ed irregolare l’approvvigionamento elettrico.

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Patria e nazione

Le parole d’ordine di patria e nazione dei politici locali diventano vuote di fronte al loro vero Dio quale è il denaro. Risultato: centinaia di famiglie sfrattate e mandate a vivere di stenti. Un’altra domanda sorge spontanea. Vi ricordate la cara e magnanima americana chiamata Victoria Nuland? La cara persona che distribuiva il pane ai rivoltosi della rivolta di Euromaidan? Se non ve la ricordate ve la ricordo io, di fronte alla rivolta eterodiretta distribuiva il pane e dichiarava il proprio appoggio alla causa dei rivoltosi. Ebbene, questa persona distribuirà ancora il pane alla gente ucraina in miseria? Oppure sono diventati inutili anche di fronte ai suoi occhi ipocriti? Staremo a vedere risulta difficile pensare che tornino questi aiuti.

Il fronte, la leva di massa?

Il fronte del Donbass, la guerra “eroica” continua. La guerra però è in stallo, la guerra continua e non se ne vede la fine. I politici vogliono le risorse. Le vogliono, badate bene, non per il popolo del quale fanno parte. Le vogliono per continuare la speculazione che va avanti dagli anni 90. Serve speculare, come fanno e come hanno fatto anche su questa guerra. Quindi se tornano in mano loro le risorse non resta a loro che essere felici. Sarà un ulteriore affare…….in questa situazione arriva e si sente da un po’ di tempo questo rumour, la leva di massa. Nessuno ne parla ed è una fonte ufficiosa, di fronte allo stallo può essere che vengano richiamati alle armi tutti gli uomini a partire dai 18 anni. Se questa sarà la situazione, si può ben capire come questa carne di cannone non serva altro che a fare numero in virtù di soverchiare le forze filorusse.

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I lettori si chiederanno se esiste un’opposizione. Dopo Euromaidan no, tutti sono assieme. Tutti i partiti combattono per la nuova Ucraina. Quale sarebbe questa nuova Ucraina? In Europa si ma più poveri di prima? Quali sarebbero i benefici del nuovo corso inaugurato dalla fine dell‘epoca di Yanukovich? Nessuno vuole rispondere, non resta che sperare che questo non accada e che rimanga un rumour, una specie di gossip internazionale.

Nota della redazione
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Raffaele Dario

Qui posso permettermi di scrivere davvero ciò che penso. .

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