Il mensile di Roberto ColomboPoliticaPrima Pagina

Elezioni americane. Donald Trump, il presidente di tutti

Otto anni dopo, “L’audacia della speranza” resta il titolo di un bel libro dei sogni. Martedì 4 novembre tutto il mondo ha osservato il risultato delle urne americane, che hanno eletto il presidente successore di Barack Obama; entrambi i candidati avevano dalle loro parte punti di forza e debolezza.

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Luci e ombre dei candidati

Hillary Clinton aveva una storia di impegno politico importante che l’ha portata a essere senatrice e segretario di Stato; inoltre è legata in matrimonio al marito Bill che per due mandati è stato Presidente degli Stati Uniti, dal 1992 al 2000. Proprio questo punto è controverso poichè al nome di Bill Clinton l’immaginario collettivo associa l’imbarazzante scandalo sessuale della stagista Monica Lewinsky.

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Donald Trump si inseriva nella tradizione politica americana che è fondata su una reale alternanza e, dopo due mandati a una partito, prevede come regola non scritta che dopo tocchi all’altro: ed essendo l’uscente esponente dei democratici, ora sarebbe dovuta essere la volta dei repubblicani di tornare al governo. Il fare esuberante e fuori dagli schemi del personaggio ha attirato parte di elettorato ma indisposto quello moderato, considerato solitamente maggioritario.

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La vittoria d Donald Trump. Alla fine, l’ha spuntata Donald Trump; il suo successo deriva da quattro fattori:

1. anzitutto la leadership dei democratici si è presentata confusa e non unitaria, con una forte sovrapposizione interna con il presidente uscente e il marito Bill. Invece i repubblicani, nonostante una parte di loro non accettasse la leadership di Trump, si sono compattati sulla figura del loro candidato;
2. gli elettori americani hanno l’alternanza nel loro dna: dopo un mandato presidenziale affidano il successivo all’altra parte;
3. il candidato Clinton è vetusto e smorto e si rifà ai fasti di una nazione talmente lontani nel tempo che oggi non appartengono più a tutti gli americani;
4. il massacro mediatico di Clinton, la quale inizialmente ha fatto la morale al candidato repubblicano senza però avere la purezza necessaria a reggere il contraccolpo.

Palla al centro

Cosa cambierà dopo le elezioni? In realtà i sistemi democratici, retti da grandi assemblee, fanno sì che ognuno possa dire la sua e alla fine questo produce immobilismo; inoltre le grandi scelte (a esempio in tema di guerra) sono influenzate dal grande capitale e vanno al di là del colore politico dello schieramento che vince una tornata elettorale.

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Roberto Colombo

Roberto Colombo

Opinionista.

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