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Cascina Calderara. La nota del sindaco Marco Invernizzi

Magenta – Il prefetto ha trovato 30 clandestini, fra donne e bambini da mandare a Magenta in strada Ossona. La nota ufficiale del sindaco Invernizzi svela la verità. Dopo vari giuramenti di incatenarsi al municipio, il calamento di braghe programmato. Ora a Magenta c’è una nuova struttura di accoglienza.

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marco Invernizzi calderaraSono riusciti a far sentire i magentini delle merde. Il prefetto Marangoni è riuscito a trovare 30 fra donne e bambini per calmare gli animi inviperiti dei magentini e mandare comunque altri clandestini nell’altomilanese. Gli permettono di spendere i soldi dei bandi del “clandestino Business”. Non ce la si può prendere ovviamente con bambini e con le loro madri. Quindi li lasceremo da parte. Perlomeno fino a che nella cascina Calderara non arriveranno dei clandestini più simili a quelli della Vicenziana. Però il sindaco di Magenta non fa parte delle categorie protette. Gli si può tirare degli accidenti. Motivazioni ce ne sono abbastanza. Oggi sul magentino Ticino Notizie è apparsa la nota ufficiale del sindaco di Magenta che svela che il progetto di portare donne e bambini alla Calderara era ben più vecchio  di quanto diceva.

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Tra Marco Invernizzi e Pietro Romano

Marco Invernizzi e la sua amministrazione si sono comportati quasi peggio del sindaco di Rho, Pietro Romano. Questo, prima delle elezioni minacciava querele a chi diceva che avrebbe portato clandestini al campo base di Expo. Nemmeno quindici giorni dopo la sua rielezione li voleva accogliere davvero nel campo base di Expo, facendosi scudo dell’emergenza. Ci è voluto un terremoto disastroso, per farlo desistere. Marco Invernizzi invece ha scelto la strada dell’ outing. Minacciava dure lotte e sapeva già che arrivavano bambini. Nella sua nota Invernizzi, infatti, scrive che:

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La nota del sindaco Invernizzi

“L’Amministrazione Comunale comunica che, su decisione della Prefettura di Milano, lunedì 5 settembre presso la Cascina Calderara sono stati accolti 30 cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale. Le persone che sono ospitate presso la nuova struttura di accoglienza sono 11 mamme con 17 bambini e altre 2 donne.  In vista dell’avvio di questa seconda struttura, preannunciata la scorsa settimana da parte dell’Autorità di Governo, l’Amministrazione Comunale, già nella giornata di venerdì 2 settembre, ha riunito le Associazioni cittadine attive nel campo della solidarietà alle quali è stato presentato, da parte della Cooperativa incaricata della gestione del Centro, il Progetto sociale di accoglienza.”

La scheggia

Una scheggia, Marco Invernizzi.  Mentre lottava strenuamente per non creare una nuova struttura di accoglienza nel Comune di Magenta aveva già attivato le associazioni dedite alla solidarietà e organizzato la serata di presentazione del progetto di accoglienza pensato per i bambini. Complimenti alla sincerità. Della nota, intendo. Difatti la stessa nota fa saper che: “Sempre nella stessa giornata il Sindaco Marco Invernizzi, accompagnato dall’Assessore alle Politiche per la Sussidiarietà Simone Lonati e dall’Assessore alle Politiche per il Territorio Vincenzo Salvaggio, ha fatto visita alla famiglia Sangalli presso la Cascina Calderara.” Che cosa avranno detto alle famiglie che si trovano in quella situazione? Avranno detto parole che ispiri fiducia, come: “E’ solo per pochi mesi”, “Sono solo questi bambini”, “Non è un nuovo centro di accoglienza istituzionalizzato che in futuro sarà utilizzato anche per altri, ma una struttura provvisoria.”

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Una nuova struttura di accoglienza

La nota continua ancora. “L’Amministrazione Comunale prosegue pertanto il proprio impegno affinché la nuova struttura di accoglienza e i cittadini stranieri ospitati possano inserirsi serenamente e, in ogni caso, nel pieno rispetto delle regole previste dalla disciplina di riferimento per l’attività di accoglienza, nonché della necessaria attenzione alla convivenza con la comunità locale.”
I magentini si sentono delle merde. Si sono arrabbiati e poi sono arrivati dei poveri bambini con le loro mamme. In realtà, però, è stata creata una nuova struttura di accoglienza per il business dell’accoglienza. Qualunque sia in futuro l’accolto.

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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