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813 decapitati dall’ islam. Papa Francesco li fa Santi

Islam  –  Questa volta le vittime sono state 813. Sono state sequestrate, rinchiuse in una chiesa e decapitate una ad una per aver rifiutato di convertirsi all’Islam. Fra loro l’arcivescovo Cattolico Stefano Pendinelli, il sarto Antonio Pezzulla, ma anche un islamico, un certo Bersabei, che ha tentato di opporsi all’orrore. All’esterno, colpendo all’impazzata, i terroristi hanno falciato più di 12mila vittime innocenti. I soccorsi giunti troppo tardi. Tutte le vittime erano pugliesi.

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martiri di Otranto, islam decapitatiVe l’ ho raccontata in due parole come se fosse successo oggi. Non ditemi che non l’avete trovata verosimile. Scommetto che avete capito che stavo parlando della storia degli 813 santi martiri idruntini, di Otranto, santificati nel 2013 da Papa Francesco solo quando ho detto che le vittime erano pugliesi. La strage è avvenuta il 14 agosto 1480, per mano di 18mila Turchi. Erano capeggiati dal un tal Gedik Ahmet. Dopo un lungo assedio erano riusciti a conquistare Otranto, allora fiorentissima città portuale, di cultura internazionale. Un città che era normanna, bizantina (quando Istambul era Bisanzio), greca e longobarda. 813 persone decapitate per non essersi piegate alla conversione islamica, ma in tutto furono uccise 12mila persone. Fatte a pezzi a colpi di scimitarra. Tutte le Crociate intere, che non erano altro che la difesa da questi attacchi di una ferocia inaudita, hanno fatto molte meno vittime.

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cambiamenti. Social journalism

I martiri idruntini santificati nel 2013

Nel 2013 Papa Francesco ha santificato gli 813 martiri di Otranto. Segno che il cristianesimo ancora non li ha dimenticati. Otranto fu riconquista nel 1481 dalle forze di Alfonso di Calabria, supportato dalla Catalunya e dalla Sicilia, oltre che dallo stato pontificio. Ogni anno, d’allora, si ricordano i Santi Martiri Idruntini festeggiandoli con una delle più belle feste patronali che si possano immaginare. Dura tre giorni, dal 14 al 16 agosto. L’antichissima città è illuminata con arcate di luce. Un arco di luce colorata per ogni santo cristiano ucciso per la propria fede e per non aver ceduto all’islam. Lo stile delle decorazioni è quello bizantino. Colorato, che ricorda i mosaici e dalle forme geometriche complesse. I giochi di prospettiva sono il punto forte delle luminarie tradizionali della festa patronale di Otranto.

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otranto 2E’ naturale porsi alcune domande di fronte ad una storia simile. Di fronte a quello che accade ancora oggi nel mondo per mano degli adepti della stessa religione. Dopo Nizza, Londra, Madrid e Parigi possiamo davvero dire che la storia non si ripete? C’è qualcuno che vuole davvero paesi imperniati ancora di Islam, di burka e burkini, scimitarre e violenza fra di noi? E quanti sono gli islamici sbarcati a Milano in questi giorni? L’opinione corrente dice che l’Italia non ha avuto ancora attentati islamici perchè si lascia usare come base e punto di passaggio per terroristi e per altri loschi figuri che viaggiano verso l’Europa.  Altri invece parlano di buon sistema di sorveglianza. I carteggi dell’Isis che indicano Milano e la provincia come tappa per il reclutamento e il numero ridicolo di espulsioni effettuate dal governo sembrerebbero dar credito alla prima ipotesi.

Otranto era una città di cultura internazionale. Il ricordo dei Santi martiri idruntini è indelebile

Possiamo ammirare nelle foto quanto a Otranto è ancora sentito il ricordo di quella immane strage avvenuta solo circa 500 anni fa. Certe volte è incredibile come la storia, ricordata dalle stesse bellissime feste patronali, ci riporti sotto gli occhi l’attualità. Come se questi 500 anni non fossero trascorsi e si fosse ancora allo stesso punto. Otranto, fino al maledetto giorno dell’arrivo dei turchi, era una città che vantava una grandissima biblioteca, in cui erano stampati a mano codici e libri pregiatissimi, era sede di commercio, artigianato, cultura e arte. Aveva anche uno dei primi “college” per giovani studenti. Il castello normanno e le fortificazioni erano l’avanguardia dell’edilizia. Resistono ancora oggi. La cittadella è patrimonio culturale dell’ Unesco.

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Un discorso religioso, ma anche politico

Farne un discorso politico oltre che religioso è normale. Festeggiamo dei santi cristiani che sono stati uccisi in modo orrendo; diamo onore al loro sacrificio, alla loro fede e al loro coraggio e quasi non ci accorgiamo che stiamo vivendo il loro stesso tormento, le loro stesse difficoltà, gli stessi segnali di pericolo. Alcuni continuano, però, a far finta di niente e a dir che non è vero, che la percezione di insicurezza è falsata dalle notizie divulgate per fare allarmismo, a scopo politico e che l’islam è cambiato. Secondo voi? Si tratta di allarmismo, politico o di realtà e di storia che si ripetono?

 

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica. Ora scrivo su alcune testate, coordino portali di informazione, sono una giornalista, e una Web and Seo Editor Specialist

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