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Monica, tuo fratello ti cerca da tanto…

Novara – La storia di Diego Bajc è una storia di quelle che straziano il cuore. Sua sorella Monica Bajc è stata data in adozione quando lui era ancora piccolo. Lei aveva 9 anni. Se la ricorda e, da quando ha potuto agire da solo, la sta cercando. Qui sotto la storia che mi ha raccontato.

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monica bajc da piccolaOggi siamo molto attenti quando si dà in adozione un bambino. Un tempo le assistenti sociali, invece, forzavano spesso la mano alle donne, si approfittavano di momenti di debolezza, magari di difficoltà economiche, magari facevano appello proprio all’amore materno per strappare l’ assenso all’adozione dei loro bambini. Un assenso che le ha poi tormentate per tutti gli anni a venire. Un assenso che ha segnato la loro vita e la vita della loro famiglia, e delle famiglie dei loro figli. Le assistenti sociali si nascondevano dietro la giustificazione di “far il bene dei bambini”. Calpestavano, però, i diritti e i sentimenti dei bambini e quelli dei genitori. Non conosco per intero la storia che sto per raccontarvi. Forse ci sarebbero altre cose da chiedere, forse è meglio non chiederle. So però che c’è un fratello che da tanti anni si chiede che fine ha fatto sua sorella Monica. Ha due anni più di lui. Suo padre l’ha data in adozione, dopo averla abbandonata in un orfanatrofio di carità a Savona.

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Monica è stata data in adozione a Savona nel 1984/1985

Monica è nata il 27 dicembre 1975 a Novara, oggi ha 40 anni. Era la prima di tre figli, l’unica bimba. Sua mamma aveva avuto Monica, dopo due anni Diego e poi Max. Quando  Monica aveva tre anni, il padre lasciò la famiglia e portò via Monica con sè. Erano arrivati altri due bambini da una nuova relazione. La nuova coppia tenne con sè la bambina. Cosa sia successo in quegli anni non lo so. Non ho chiesto. Mi hanno detto “ci sono stati tanti tira e molla”.  Quello che so è che per una donna non deve essere stato facile, nemmeno negli anni ’80, allevare dei bambini da sola. Nella nuova famiglia del padre, però, Monica forse era di troppo. Fatto sta che il padre, la mise in un collegio orfanotrofio. Monica aveva 7 anni. Qui la bimba rimase per due anni. Sua madre credeva fosse con il padre. Lo ha creduto fino a che non è stata chiamata in tribunale e ha scoperto che erano già partite le pratiche di adozione perchè la bimba era in stato di abbandono. Il padre aveva firmato per l’adozione senza dir nulla alla madre. Monica aveva 9 anni.

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Monica era in un collegio chiamato Le Rondinelle a Savona

monica bajc invecchiataNon riesco a immaginare a quali sconvolgimenti e a quali pressioni possa essere stata sottoposta la donna. Erano anni in cui gli orfanotrofi stavano chiudendo tutti. C’era fretta di sistemare i bambini. Una delle insegnanti di Monica l’aveva chiesta in adozione. In questi casi, alle volte, le donne erano convinte con frasi come “non te ne sei interessata finora”, “non sa neppure chi sei”, ” Va a stare bene. Ha avuto fortuna. Tu cosa potresti darle? Non toglierle questa possibilità, se le vuoi bene”. E’ facile cedere. Molto più di quel che si creda. Specie se si ha la consapevolezza dei propri limiti, di solito economici. Convincevano le donne che, cedendoli, stavano facendo il bene dei loro figli. Spesso era vero, ma a quale prezzo? Oggi Diego spera ancora di trovare Monica, anche se sono passati tanti anni, anche se ” E’ andata così”. Spera di sapere che sta bene.

Alla sua famiglia biologica rimane solo una foto di quando Monica era piccola e l’ultimo ricordo della madre. L’assistente sociale e la direttrice del collegio le diedero il permesso di vederla un’ultima volta, ma senza dirle chi era, quando fu data in adozione. Abbiamo provato ad elaborare le foto cercando di indovinare come potrebbe essere Monica oggi. E’ un lavoro tutt’altro che perfetto. E’ solo un tentativo. Magari Monica non è proprio così. Sicuramente è più bella. Però questa elaborazione è una speranza per Diego, che vorrebbe solo dire una frase a sua sorella. La stessa che la madre ha detto in tribunale a suo padre. “Le montagne stanno ferme, ma le persone camminano”. Una frase per dire a Monica che, in tutti questi anni, anche se le cose “sono andate così”, nessuno si è arreso. Hanno continuato a cercarla e a pensare a lei.

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Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica. Ora scrivo su alcune testate, coordino portali di informazione, sono una giornalista, e una Web and Seo Editor Specialist

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