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Brexit in Lombardia. Le reazioni

Brexit – La vittoria, contro ogni aspettativa dei sondaggi, del leave dell’United Kingdom ha spiazzato tutti. Sia chi ci sperava sia chi era contrario. Stati nazionali e burocrati di Bruxelles sono ancora sotto choc dopo due giorni. Ma come la pensano i politici in Lombardia? Quali sono le riflessioni  fatte da chi si occupa della nostra Nazione?

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brexitUno dei commenti più contrari al Brexit arriva dall’istituzione più alta della Lombardia. Raffaele Cattaneo, NCD, il presidente del Consiglio Lombardo si è espresso condannando la decisione dei britannici di uscire dell’unione Europea. Raffaele Cattaneo è anche presidente della Conferenza della Assemblee Legislative europee (Calre). Le sue parole sono leggermente contraddittorie, più renziane che lombarde. Vi  ho letto pensieri profondamente critici nei confronti dell’Europa come è ora. Raffaele Cattaneo condanna la scelta degli inglesi. Dice di volere più Europa, ma nel contempo che l’Europa come è ora non gli piace e che va riformata. Parla delle nazioni europee come di particolarismi e cita l’ Europa dei Popoli. Non vorrà mica dire che concorda con Renzi e con chi ha chiesto riformare l’Europa nel senso di vincolare e annullare i popoli che la compongono?

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Il commento di Raffaele Cattaneo

“Il risultato referendario che ha coinvolto la Gran Bretagna non può che farci guardare con preoccupazione al futuro dell’Europa. Eppure di Europa abbiamo bisogno. L’alternativa della rinascita dei nazionalismi e dei particolarismi ci riporta indietro di cento anni, all’inizio di due guerre mondiali in cui i popoli europei si sono uccisi tra di loro.Vogliamo una Europa diversa da quella di oggi. Ma l’alternativa all’Europa Unita può essere tragica. Per questo è grave che in Gran Bretagna sia prevalsa la linea dei particolarismi e della chiusura, respingendo la possibilità di un rilancio vero e fattivo dell’identità e delle politiche europee.
La Gran Bretagna ha scelto la strada dell’isolamento.

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raffaele cattaneo Le sfide epocali dell’immigrazione, della lotta al terrorismo, del rilancio dell’economia europea, così come dei cambiamenti climatici e della sostenibilità ambientale, non si possono affrontare con un’Europa profondamente divisa al proprio interno e incapace di farsi carico del destino comune dei popoli che ne fanno parte.
È giunto il momento di avviare in Europa un percorso di riforma al proprio interno. L’Europa è la nostra casa: è la casa delle nazioni, dei popoli e dei territori che sanno di far parte di una storia e di un destino comune. Il Partito popolare europeo, che ha partecipato fin dall’inizio alla costruzione di una nuova Europa, può dare il proprio contributo attraverso un processo di ricostruzione delle ragioni del nostro stare insieme, ma questo non può avvenire se prevalgono le divisioni e gli interessi di parte.”

 Fabrizio Cecchetti. “Ha vinto chi vuole un futuro migliore. Avanti verso Europa dei Popoli”

A questa presa di posizione si contrappone  quella entusiasta del Vicepresidente dello stesso parlamento Lombardo, Fabrizio Cecchetti (Lega Nord). In merito alla Brexit ha detto che “E’ la vittoria della democrazia, del popolo e di chi vuole un futuro migliore di quello che abbiamo di fronte oggi all’interno dell’Unione europea. Provo grande rispetto per un Paese che ha dato la possibilità al proprio popolo di esprimersi su questi temi. Anche per il primo ministro Cameron. Seppur contrario alla Brexit, ha permesso questa consultazione e ora si è dimesso ammettendo la sconfitta politica. L’uscita del Regno Unito dall’Ue, avversata dai poteri forti, è la prova che questa istituzione così come è non va bene.

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cecchettiLa gente non ne può più. Dello strapotere della finanza, delle politiche di austerità e dell’egemonia della Germania sugli altri stati. Della totale mancanza di una politica comune sulla gestione dell’immigrazione e sulle grandi questioni internazionali. L’Unione europea deve essere smantellata al più presto e occorre ricostruire un’ Europa su basi democratiche, superando le vecchie strutture degli stati nazionali e permettendo ai territori di autogovernarsi. Vogliamo un’Europa dei Popoli e delle identità che torni ad essere un faro di Libertà, democrazia, pace e sicurezza per il mondo intero”

Roberto Maroni. Il Brexit è un’opportunità per l’Europa dei Popoli e delle Regioni

Anche Roberto Maroni, presidente del Governo Lombardo, ha parlato di un’Europa diversa. Roberto Maroni è  intervenenuto al convegno ‘Le Regioni nella riforma costituzionale’ a Palazzo Pirelli. Ha definito il risultato del Brexit un’opportunità per riformare l’Europa. In senso  federale, o, meglio ancora, confederale? Potrebbe essere un ottimo progetto. La maggioranza degli stati europei, e la stessa Germania, sono stati federali. Perchè non dovrebbe essere tale anche l’Europa?

“La Brexit è uno shock positivo per  l’Ue, che ora si deve rendere conto che bisogna cambiare molte cose. Costringerà l’Europa ad auto-riformarsi, altrimenti dopo l’uscita della Gran Bretagna, ne seguiranno altre.Ho subito sentito il mondo delle imprese lombardo per sondare la loro opinione sulle possibili ripercussioni. Nei prossimi giorni, anche insieme a Luca Zaia, faremo degli incontri per capire se per Lombardia e Veneto cambia qualcosa, perchè  se c’e’ bisogno di dare un sostegno alle nostre imprese che hanno rapporti con la Gran Bretagna, siamo pronti a farlo. Quanto successo chiama le istituzioni a un grande sforzo: capire
cosa bisogna fare per trasformare l’Europa.”

La Lombardia è uno dei quattro motori d’Europa, può e deve essere protagonista

In ballo c’è anche il rapporto tra le regioni e stato italiano. Specie Lombardia,Veneto e quelle che hanno un residuo fiscale positivo. Nel processo di ricostruzione dell’Europa,Roberto Maroni vuole un ruolo importante per le Regioni. Parla di un’Europa dei popoli “efficiente, vicina ai cittadini, che tiene conto delle specificità dei territori e ne sostiene lo sviluppo economico, invece di pensare solo alla Bce e ai parametri di bilancio. Noi come Regione siamo pronti”. Maroni auspica che il governo nazionale non ragioni da solo sulle cose da fare, ma coinvolga i territori. Il Brexit “cambia le prospettive” per tutto il vecchio continente, “e con senso di responsabilità, ci mettiamo a disposizione” per capire quali scelte fare “per pretendere che l’Europa cambi”.

Poi Maroni si è rivolto a Matteo Renzi e al Governo. “La Lombardia è uno dei quattro motori d’Europa, può e deve essere protagonista. Quindi mettiamo sul tavolo tutte le questioni dei rapporti fra Lombardia e Governo, fra questo e l’Unione europea. Noi siamo a disposizione per trovare una risposta comune che sia ‘la proposta della nuova Europa delle Regioni e dei popoli“.

A Gianmarco Corbetta e al M5S Regione Lombardia non va giù l’atteggiamento di Raffaele Cattaneo

“Il Presidente del Consiglio regionale dovrebbe essere più cauto nell’esprimere giudizi sul voto inglese. La volontà popolare non si giudica. Si rispetta, piaccia o no. Non è ammissibile che ogni volta che i cittadini si esprimo con un referendum o con il voto di preferenza questi politici reagiscano prefigurando scenari senza via d’uscita fino al crepuscolo dell’Occidente. Certo NCD, che ha percentuali prossime allo zero, può essere spaventata dalla volontà popolare, ma non esistono alternative: la parola è dei cittadini. E quel “un processo di ricostruzione delle ragioni del nostro stare  insieme e dell’Europa casa dei popoli” di cui Cattaneo parla, se mai avverrà, non sarà certo per merito del Ppe, che preferisce gli interessi delle lobby economiche al posto dei bisogni degli europei, ma grazie allo scossone del popolo inglese.”

E il Pd in Lombardia cosa dice? Alessandro Alfieri: “Rialzare i muri ci condannerebbe all’isolamento. Regione Lombardia ha bisogno di una Europa forte.

La posizione di Raffaele Cattaneo è vicina a quella espressa dal PD in regione Lombardia. Quella del Pd della Lombardia è la solita posizione fin troppo governativa, da cui non riesce a smarcarsi. Il Pd lombardo, nonostante la vittoria di Milano, soffre di un male quasi irreversibile. Non ha una identità sua. Non riesce a mediare le sue posizioni filo governative con le esigenze reali e concrete della Lombardia e dei sui abitanti. Alessandro Alfieri infatti dice. “La soluzione non è emulare la Gran Bretagna facendo un referendum in tutti gli Stati membri, ma costruire un’ Europa più forte a partire dai paesi fondatori.

Una Regione come la Lombardia ha bisogno di un’ Unione europea con poteri reali per affrontare le grandi sfide che ha di fronte: il controllo dei flussi migratori, la gestione dei cambiamenti climatici, la lotta alla criminalità organizzata e al terrorismo, e politiche di sviluppo. Rialzare i muri ci condannerebbe all’isolamento e non ci farebbe uscire dalla crisi economica”. In pratica Alessandro Afieri dice che la Lombardia dovrebbe suicidarsi, annullandosi all’interno dello stato italiano e nell’unione Europea.

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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