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Disabile non va in gita. Botta e risposta tra 5 stelle e Ass. Gallera

Legnano – Una bambina autistica esclusa dalla gita scolastica perchè i compagni di classe non si prestano ad averla in stanza con loro. Sul caso, botta e risposta fra l’assessore Giulio Gallera e Paola Macchi del Movimento 5 stelle. Ma la bambina non avrebbe dovuto stare con l’insegnante di sostegno?

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legnano disabile gita gallera macchiIl caso è uno dei tanti, succedono in tutte le scuole e riguardano in particolar modo i bambini e i ragazzi autistici, per alcuni dei quali la frequenza della scuola insieme agli altri bambini ha un grande valore per la crescita delle loro capacità residuali. Il fatto è ormai noto. La classe della ragazzina, che frequenta la terza media in una scuola di Legnano, sta organizzando una gita d’istruzione di alcuni giorni a Mathausen, in Germania. Sono gli stessi ragazzi che tramite alcuni messaggi su whatsapp dicono di non voler stare in stanza con la compagna di classe. La motivazione è che “sentono che la responsabilità è troppo grande per loro”. I genitori della bambina, naturalmente, si sentono offesi dalle frasi scritte e si ribellano, a nome della figlia, a questa situazione, interessano le istituzioni ma rinunciano a mandarla in gita.
Sulla vicenda parlano tutti: giornali e politici. Anche se non lo si dice chiaramente, il problema tocca un lato della questione relativa alla disabilità, messo in luce solo gli stessi compagni della giovane. Come mai i giovanissimi, hanno 13, 14 anni, si sentono investiti di una responsabilità di assistenza nei confronti della compagna di classe quando questa responsabilità toccherebbe all’insegnante di sostegno e alle insegnanti che accompagnano i ragazzi in gita? Il problema, infatti, non avrebbe nemmeno dovuto esserci. La bambina ha diritto ad andare in gita assistita da personale scolastico preparato. Perchè mai dovrebbe essere affidata ai compagni di classe che hanno solo 13 anni?

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La consigliera regionale in Lombardia del Movimento 5 stelle Paola Macchi ha scritto all’Ufficio scolastico regionale, a quello territoriale e all’Assessore regionale all’Istruzione Valentina Aprea e all’Assessore all’inclusione sociale Giulio Gallera per denunciare il caso definendolo come un caso di cyber bullismo perchè i giovanissimi si sono scambiati dei messaggi su whatsapp.”Oltre ai ripetuti atti di discriminazione e cyber bullismo i genitori, purtroppo, denunciano anche un’inerzia da parte della dirigente scolastica e del corpo docente. Pertanto desidero condividere con voi e invitarvi a interessarvi alla vicenda affinché vengano prese tutte le misure a tutela della minore, venga verificato il comportamento della scuola in merito all’accaduto (rispetto alla normativa vigente, POF, Patto di Corresponsabilità e PEI) e vengano attivate tutte le iniziative opportune affinché venga chiarita la situazione”.

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Dalla regione Lombardia arriva la riposta dell’assessore al Reddito di Autonomia e Inclusione sociale Giulio Gallera che scrive: “Esprimo la mia solidarietà e quella di Regione Lombardia all’alunna di Legnano e alla sua famiglia. Quello che è accaduto è grave e mette in luce come sia complicata la realizzazione di politiche di inclusione. Stigmatizzare il comportamento dei compagni non credo porti a risultati positivi, nè per una loro crescita personale, nè per alleggerire la sofferenza della ragazza. Mi sembra invece appropriato e assolutamente necessario che si mettano a disposizione, per gli studenti nelle cui classi sia presente una persona con problemi di tipo cognitivo o comportamentale, figure qualificate che possano aiutarli nel percorso di integrazione e inclusione. Per questo mi confronterò immediatamente con la collega Valentina Aprea e con il Provveditore”

Nella sua lettera Paola Macchi infatti aveva chiesto provvedimenti contro i compagni di classe dell’alunna disabile e scrive anche che  “Quello di Legnano è un caso emblematico, purtroppo uno dei rari emersi in Lombardia che ci ricorda che il fenomeno sotterraneo del bullismo e della discriminazione verso bambini e ragazzi ritenuti ‘diversi’ dai loro compagni,  nell’ ambito scolastico continua mietere vittime ed è lontano dall’essere risolto. In questo caso la giusta e doverosa battaglia di due genitori coraggiosi ha ottenuto come risultato solo un ulteriore isolamento da parte dei compagni della ragazza. È evidente che si deve intervenire urgentemente in modo che i ragazzi comprendano la profonda ingiustizia e disumanità del loro comportamento,  non mandarli in gita come nulla fosse successo,  si tratta di educazione civica ma ancora di più di umanità. Alla famiglia oltretutto  è stato anche richiesto di pagare una penale,  nonostante la ragazza non vada perché nessuno la voleva in camera. Il M5S ritiene che sia preciso dovere dell’Istituzione regionale e di quelle scolastiche vigilare perché non vengano perpetrate discriminazioni sui minori in condizioni di fragilità e intervenire anche per fare in modo che non si ripetano. A quest’atto formale seguirà un intervento complessivo del Movimento 5 Stelle Lombardia sul tema del bullismo e della discriminazione a scuola.”

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In realtà, per come sono stati raccontati i fatti, sembra che gli unici saggi siano i compagni di classe dell’ alunna disabile, ma non perchè non la volevano in camera con loro, piuttosto perchè sono stati coscienti del fatto che veniva caricata su di loro una responsabilità che difficilmente anche gli adulti si prendono, quella dell’assistenza notturna ad un disabile, per quanto autonomo. E’ ovvio che qualcosa struttura della scuola media e nelle politiche di inclusione non ha funzionato e la prova è nel motivo per cui questi ragazzi si sentono investiti di una responsabilità che non può essere loro alla loro età.

Nota della redazione
I giornalisti di Co Notizie News Zoom lavorano duramente per informare e seguono l'evoluzione di ogni fatto. L'articolo che state leggendo va, però, contestualizzato alla data in cui è stato scritto. Qui in basso c'è un libero spazio per i commenti. Garantisce la nostra libertà e autonomia di giornalisti e il vostro diritto di replica, di segnalazione e di rettifica. Usatelo!Diventerà un arricchimento della cronaca in un mondo governato da internet, dove dimenticare e farsi dimenticare è difficile, ma dove la verità ha grande spazio.

Ilaria Maria Preti

Metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica. Ora scrivo su alcune testate, coordino portali di informazione, sono una giornalista, e una Web and Seo Editor Specialist

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