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Azzurra salvata dalla culla per la vita

Abbiategrasso – La notte del 13 aprile una neonata di pochi giorni è stata lasciata nella culla per la vita dell’ospedale di Abbiategrasso. I volontari della Croce Azzurra che l’hanno soccorsa hanno scelto per lei il nome Azzurra. Ora sta bene e tutti sono felici per il suo  arrivo e per la scelta della sua mamma di salvarle la vita. E’ il primo caso ad Abbiategrasso. La mamma ha 10 giorni per ripensarci, poi per la piccola Azzurra inizieranno le procedure dell’adozione.

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culla per la vita abbiategrassoAzzurra è una bella bambina biondissima e per lei c’è già una fila di possibili genitori che attendono che il giudice scelga fra loro la coppia di genitori più adatta a lei. Però la sua mamma ha ancora 10 giorni di tempo per ripensarci e presentarsi in ospedale, prima che inizino le procedure per l’adozione. Il grande atto d’amore che la mamma ha compiuto nei confronti di Azzurra, abbandonandola nella culla della vita di Abbiategrasso, al caldo e al sicuro, invece che in un cassonetto o per strada, dimostra come la sua sia solo disperazione e non rifiuto e, magari, con l’aiuto di qualcuno, potrebbe ancora tenere la sua bambina. Il Centro per la Vita di Magenta Abbiategrasso ha rilasciato questa mattina un comunicato sulla vicenda di Azzurra. “Desideriamo ringraziare ed esprimere tutto il nostro apprezzamento ai tanti che in queste ore si sono impegnati a diverso titolo affinchè la piccola Azzurra, lasciata nella notte del 13 aprile nella nostra culla per la vita di Abbiategrasso ricevesse subito pronta e competente cura e accoglienza. In particolare gli amici operatori della Croce Azzurra di Abbiategrasso, gli operatori del 118, il capitano dei carabinieri di Abbiategrasso Dott. Antonio Bagarolo, lo staff di turno del Pronto Soccorso dell’ospedale di Magenta con al dottoressa Marta Bellini e tutti gli infermieri, la responsabile della Neonatologia, dottoressa Luciana Parola, la caposala Floriana Bareggi e tutte le puericultrici ed infermiere del reparto e il dottor Buccino, direttore Sanitario dell’Ospedale di Magenta.”

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cambiamenti. Social journalism

La culla per la vita di Abbiategrasso al centro per la Vita è stata donata nel 2009 dall’ingegner Guido Bernardi e da sua moglie Silvana ed è la prima volta che accoglie un bambino. L’allarme cui la culla è collegata era suonato altre volte, ma si era sempre trattato di scherzi o di persone che volevano dare un aiuto e vi avevano lasciato delle scatole di latte in polvere per neonati.
“Questa volta la culla è entrata in funzione per una piccola vita e ha svolto il suo servizio di estremo ma sicuro luogo di accoglienza  pensato al gesto di disperazione. Ha permesso ad una mamma di lasciare anonimamente ma in sicurezza la sua bambina. A d Azzurra, bellissima bambina che con emozione abbiamo abbracciato e coccolato, auguriamo una vita piena di ogni bene. Alla sua mamma va il nostro pensiero affettuoso e la nostra riconoscenza per aver voluto salva la vita della sua bimba che, don dolore e pena, lascia ora alla cura di altri. ” Il comunicato di Tea Ceni Longoni e delle volontarie del Centro di Aiuto alla Vita è commovente, e continua informando che  si possono trovare le volontarie nei 3 ospedali, Abbiategrasso Magenta e Rho, dove supportano quelle mamme in gravidanza o che hanno appena avuto dei bambini e si trovano in condizioni difficili. Aiutare la vita significa anche non giudicare quelle mamme che decidono di non interrompere la gravidanza e partoriscono un bambino non cercato e non voluto, e poi lo danno in adozione.

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Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Giornalista, metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica di Radio Padania. Ora dirigo, scrivo e collaboro con diverse testate giornalistiche, coordino portali di informazione, sono una Web and Seo Specialist e una consulente di Sharing Economy. Il futuro è mio

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