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Produttori di latte contro multinazionali alimentari

Il comparto del latte italiano è in forte difficoltà. Tanti i gravissimi problemi causati della prepotenza delle multinazionali alimentari del comparto caseario, che prima hanno proposto contratti capestro ai produttori e poi hanno minacciato, e concretizzato, di non ritirare il latte munto da quelle stalle che non accettavano di lavorare sotto costo, a partire dal primo aprile 2016, data di inizio dell’anno lattiero caseario. 300 tonnellate di latte, in questa settimana, sono quindi rimaste in carico ai produttori. In questa battaglia la regione Lombardia, con l’assessore Gianni Fava, è a fianco dei produttori di latte; il governo Renzi e il ministro Martina, come al solito, sono al fianco delle multinazionali casearie. Abbiamo intervistato la presidente interprovinciale di Copagri (confederazione produttori agricoli) per Milano e Monza Brianza, Donatella Magnoni Vitali, con cui abbiamo fatto il punto della situazione e che ha proposto alcuni provvedimenti per liberare , almeno in parte, i produttori di latte dal cappio che le multinazionali hanno messo al loro collo.

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Il tavolo Latte del 30 marzo 2016 a Mantova

tavolo latte gianni favaDi questa situazione si era parlato il 30 Marzo. L’assessore Gianni Fava aveva convocato d’urgenza il Tavolo Latte nella sede Utr (ex Ster) di Mantova alla fine del quale aveva incontrato una ventina di allevatori provenienti da Lombardia e Piemonte, alle prese con l’incognita dei ritiri. “E’ impellente trovare una soluzione. A dispetto di quanto qualche benpensante afferma da tre anni a questa parte, è evidente ormai a tutti che quando le questioni approdano a Roma, si incagliano nel nulla e non trovano soluzione, con gravi danni per chi produce. Ancora oggi dagli allevatori è giunta la conferma che il Mipaaf è assolutamente assente su un problema come la produzione di latte, che ha una portata mondiale.” aveva detto Gianni Fava comunicando che la questione del prezzo continuerà ad essere gestita a Roma, dal momento che istituzionalmente non si può a togliere la competenza del Tavolo interprofessionale al ministro Martina. Poi aveva continuato “Ho dato la mia disponibilità a incontrare questo gruppo di produttori perchè hanno riferito di essere in gravi difficoltà con il ritiro del latte dal prossimo 1 aprile, data di avvio dell’annata lattiero casearia 2016-2017. In questi giorni i produttori hanno ricevuto la proposta di contratti capestro, con la minaccia da parte di alcune industrie di trasformazione di non ritirare il prodotto.” Gli allevatori hanno chiesto che “siano le Regioni a occuparsi del problema, dopo che per oltre nove mesi ci ha pensato, con una gestione scellerata e senza risultati, il ministero delle Politiche agricole”. Secondo i primi riscontri, i contratti proposti da alcuni gruppi industriali sarebbero al di sotto dei 33 centesimi al litro, senza alcuna applicazione dell’ indicizzazione e con parametri di riferimento legati al latte europeo. Si era prima della scadenza del 1 aprile e in questa settimana le cose sono precipitate.

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Parla la presidente di Copagri di Milano Monza Brianza

Donatella Magnoni Vitali ha fatto un primo esame della situazione attuale, nella prima settimana di aprile.” A seguito della decisione di parecchi caseifici di non ritirare, dal 1 aprile, 300 tonnellate di latte italiano, la situazione del comparto lattiero Caseario si è aggravata. Non si tratta più solo del prezzo del latte al produttore, ma anche del ritardo dei sostegni. Ci sono ad oggi ancora parecchi nodi da risolvere. Il famoso e pubblicizzato aiuto di Stato inerente al famoso “centesimo” non è ancora arrivato. Doveva essere versato a novembre 2015, poi è stato spostato a febbraio 2016, adesso dovremo attendere la fine aprile.
La Moratoria sui debiti è solo un ennesimo aiuto alle banche e aiuta solo agli agricoltori di serie A. I debitori delle quote latte devono pagare per tutti, e gli imbrogli di tutti, ormai.”
Il famoso “centesimo era una promessa fatta dal governo agli allevatori e ai produttori, per compensarli del bassissimo prezzo del latte, che è sotto il prezzo di produzione mentre a Mantova si parlava dei contratti capestro, il ministro Martina era a Milano, nella sede di Banca Intesa. “Anche le iniziative, seppur lodevoli, proposte dall’ Assessore all’agricoltura Gianni Fava, cioè l’esclusione delle aziende e del comparto industriale e agroalimentare dai PSR e dagli aiuti comunitari in genere, non ha sortito a nulla, soprattutto perchè il ministro Martina lo scorso 30 marzo, era nella sede di Banca intesa a Milano dove ha promesso aiuti all’industria attraverso le banche, o anche attraverso Agea.” Continua Donatella Magnoni Vitali, che oggi è a Bari al Congresso Nazionale di Copagri.

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Le Aflatossine nel latte potranno aiutare a distinguere il latte fresco da quello in polvere reintegrato?

Donatella Magnoni Vitali, copagri“Ad aggravare la situazione degli allevatori c’è anche il problema delle Aflatossine, trovate nel mais importato e che quindi sono finite anche nel latte. Sul tavolo di regione Lombardia l’associazione Copagri ha portato una serie di proposte. La prima attraverso riguarda il controllo per le Aflatossine nel latte. Se fatto soprattutto con latte di provenienza estera, permetterebbe di riconoscere il latte munto in stalla da quello munto in laboratorio, cioè il latte in polvere rigenerato e spacciato per italiano che gli industriali acquistano perché a un prezzo molto inferiore al nostra a .0.25/0.28 euro . Infatti, solo il latte munto in stalla può avere le Aflatossine. In questo modo si potrà sapere quanto latte non italiano è spacciato per tale, ma si rileverebbero anche le frodi alimentari visto che in Italia non si possono fare formaggi con latte in polvere. Questa proposta è stata inviata all’assessore all’agricoltura di regione Lombardia e ai rappresentanti del settore, i quali non sono però favorevoli ad adottarla.” La situazione è grave, però Donatella Magnoni Vitali fa delle proposte, una vera lista di provvedimenti e aiuti che la regione Lombardia potrebbe realizzare o perlomeno sostenere. Un finanziamento di 3 milioni di euro all’intero comparto degli allevatori lombardi, finalizzati a determinati obiettivi potrebbero ridurre il peso che le multinazionali, che operano in questo momento in un regime oligarghico di cartello, hanno sul mercato del latte lombardo.

“Agli allevatori servirebbe poter fare richiesta di contributi, attraverso l’impegno della Regione Lombardia, per almeno 3 milioni di euro finalizzati a coprire le spese logistiche o di trasformazione del latte da destinare alla polverizzazione anche all’estero per almeno 2/3 mesi e cioè fino all’inizio della stagione estiva. Importante anche chiedere un incontro tecnico con Consorzio Grana Padano affinché si possa sospendere o derogare per 6 mesi al piano produttivo di riduzione forme grana con conseguente stoccaggio del formaggio stagionato. Bisognerebbe poi destinare ingenti risorse anche attraverso PSR, come oggi sta già facendo la Francia, per promuovere le filiere e i marchi che utilizzano latte al 100% italiano, sostenendo con la GdO degli spazi dedicati presso i supermercati. Bisognerà poi sostenere una forte campagna di sensibilizzazione al consumo del latte e filiere 100% italiane e istituire un tavolo tecnico regionale per addivenire ad una etichetta Dop anche sul latte, e non solo sui formaggi.”

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Ilaria Maria Preti

Metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica. Ora scrivo su alcune testate, coordino portali di informazione, sono una giornalista, e una Web and Seo Editor Specialist

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