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Giornata della Memoria o della Depressione?

Casorezzo – Per la giornata della memoria, l’assessore alla pubblica istruzione Marta Bertani il 25 gennaio organizza, con il patrocinio del Comune e dell’Istituto comprensivo Duca D’Aosta, la presentazione di un libro sulla storia di Ines Figini, sopravvissuta ai lager,  proiettando un filmato che racconta la sua vita e l’esperienza nei campi di concentramento, e invita i bambini delle scuole all’evento.

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giornata della memoriaAll’incontro parteciperà anche il segretario nazionale dell’Anpi, Associazione Nazionale Partigiani Italiani. Cosa c’entrino i partigiani, non si capisce. Per il 27 gennaio, sempre l’assessore all’istruzione Marta Bertani organizza una proiezione del film “La vita è bella” con Benigni, che si svolge in un campo di concentramento e invita i bambini delle terze e delle quarte elementari con le insegnanti.
Poi commenta su Facebook: “Si, è un ricordo necessario, seppur molto duro e doloroso. Quando non ci saranno più i testimoni di questo scempio saremo noi e i giovani di questo Paese a doverlo ricordare sempre!”
Mi sono venuti i brividi nel leggere sia i commenti sia il concatenarsi di eventi.
Per carità: ognuno, su questa terra, ha il diritto di deprimersi come preferisce. C’è chi ama farsi del male guardando Via col vento e altri che, invece, guardano La Vita è bella di Benigni, e si fissano con il prender parte nella ormai strafinita guerra civile italiana (1943-1945).

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Quello che trovo indecente è tentare di deprimere i bambini delle scuole cercando di coinvolgerli nelle proprie “fantasie emo”.
No, dai, sono stata ingiusta: non voglio accusare l’assessore Bertani di avere “fantasie emo” solo per fare un giro di parole intorno a quello che penso. Dirò la verità, nuda e cruda: penso proprio che l’assessore Bertani voglia condizionare politicamente i bambini delle scuole, instillando in loro il notorio “senso di colpa” verso cose di cui non hanno nessuna colpa, cosa che poi porta al deleterio buonismo di sinistra. Penso che i bambini dovrebbero studiare la storia dopo aver imparato a giudicarla tenendo conto di tutti gli aspetti, nel modo più sereno possibile.
Nel gruppo Facebook di Casorezzo on Line, mi sono lamentata con l’assessore Bertani facendo notare che quando saranno morti di vecchiaia tutti i deportati nei campi di concentramento tedeschi, potrà iniziare ad invitare gli ebrei sopravvissuti alla lunga persecuzione avvenuta nell’unione sovietica. E’ durata fin quasi all’alba degli anni ’90, certamente i sopravvissuti sono più giovani. La persecuzione in URSS è iniziata con Stalin, che era il maestro di Hitler, ed è continuata per molti decenni anche dopo la fine della seconda guerra mondiale. Un bell’articolo, che consiglio all’assessore Bertani e che potrebbe darle piacere, è stato pubblicato su Repubblica, nel 2006. L’ho trovato al volo: si tratta di una intervista ad Alla Gerber, ebrea sopravvissuta alla persecuzione sovietica:  E Stalin tacque per nascondere i propri crimini. Interessante anche il suo giudizio positivo su Putin. Spero che l’articolo faccia sentire Marta Bertani tanto in colpa e che, quindi, si senta poi molto felice. D’altra parte, l’assessore Bertani vien dal PD.

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A onor del vero,  dopo la mia piccata e sarcastica lamentela, il sindaco di Casorezzo, Pierluca Oldani, sempre su Facebook, ha informato che il 10 febbraio, a Casorezzo, ci sarà anche un evento in memoria dei morti delle Foibe.
Chiedo scusa. Non mi ricordavo più che avevano fatto la giornata della par condicio dei morti perseguitati. Va bene, come dicevo, secondo me ognuno può deprimersi come vuole. Per quanto possa sembrar strano, però, spero che perlomeno i filmati sulle foibe siano risparmiati ai bambini delle scuole elementari e medie. Dopo aver assistito a tre eventi della “giornata della Memoria” con filmati e conferenze, l’unica cosa che potrebbero aver in mente i piccoli sono “zombie” e “l’alba dei morti viventi”, e non vorrei che decidessero di vendicarsi, magari prendendo spunto da quanto sentito.

Nei nostri piccoli comuni, a Casorezzo come a Ossona, come da altre parti, proprio per come si sono volti i fatti storici tra il 1943 e il 1945, non c’erano partigiani. Ne abbiamo avuto uno solo, a Ossona, Lorenzo Pascolutti, che è stato nominato partigiano tirandolo per i capelli. Di partigiani di Casorezzo, sinceramente, non ho mai sentito. Tutti, però, abbiamo in casa gli album con le foto di nonni e bisnonni in camicia nera, e li hanno anche i bambini che si vorrebbero portar ad ascoltare le parole del “partigiano” dell’Anpi. La realtà storica è questa. E cosa diranno i bambini alla nonna che gli mostra la foto del suo papà con il gagliardetto o del nonno vestito da balilla? Che la maestra gli ha detto che i fascisti mettevano i bambini e Benigni nelle camere a gas?
Ho cercato di metterla sullo spiritoso, ma c’è ben poco da ridere. Conferenze e testimonianze del passato sono interessanti, ma non sono adatte ai bambini. Devono essere dirette agli adulti, che possono capire le differenze e attingere a più fonti e per i quali assistere alle proiezioni è un interesse storico e documentale.
Avrei ancora molto da dire su questi argomenti. Ho citazioni belle come “lasciate che i morti seppelliscano i morti” (vangelo di San Matteo), e potrei riempire fiumi di pagine. Preferisco però, per ora, chiuderla qui, con una sola preghiera, come mamma degli Orsetti padani (associazione di genitori che nacque, nel 1998, proprio per fatti molto simili a questi) e indirizzata all’Anpi e a Marta Bertani: se vi diverte, continuate le sfide all’ultimo gazebo con Casapound. Lasciate in pace, però, i bambini delle scuole.

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Nota della redazione
I giornalisti di Co Notizie News Zoom lavorano duramente per informare e seguono l'evoluzione di ogni fatto. L'articolo che state leggendo va, però, contestualizzato alla data in cui è stato scritto. Qui in basso c'è un libero spazio per i commenti. Garantisce la nostra libertà e autonomia di giornalisti e il vostro diritto di replica, di segnalazione e di rettifica. Usatelo!Diventerà un arricchimento della cronaca in un mondo governato da internet, dove dimenticare e farsi dimenticare è difficile, ma dove la verità ha grande spazio.

Ilaria Maria Preti

Metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica. Ora scrivo su alcune testate, coordino portali di informazione, sono una giornalista, e una Web and Seo Editor Specialist

2 pensieri riguardo “Giornata della Memoria o della Depressione?

  • Lasciando perdere tutte le altre castronerie contenute nell’articolo, vorrei solo puntualizzare che non è assolutamente vero che “a Ossona e a Casorezzo non c’erano partigiani”. Se una “giornalista” intende parlare di storia locale è meglio che prima si documenti prima di esprimere giudizi su fatti a lei molto lontani e forse incomprensibili. Consiglio quindi la lettura della “Fiera di S.Biagio-Documenti e testimonianze della Resistenza nel Magentino” per avere l’elenco dettagliato delle azioni partigiane con nomi , cognomi e date effettuate dal distaccamento di Casorezzo. Ai tromboni(e) di tradizioni e storie locali forse è il caso che si documentino un pochino su quella che è stata la nostra vera storia…

  • Ilaria Maria Preti

    Non c\’è peggior sordo di colui che non vuol sentire,se poi ci aggiungiamo ipocrisia e bugie… hai il perfetto esemplare che si nasconde dietro ai nick falso Pietro Micca… Non c\’è pegior vigliacco di chi insulta nascondendosi dietro ad un nome falso.
    Comunque a risponderti ci vuol poco. Basta un link, di sinistra, da leggere con attenzione.
    Questo è l\’indirizzo della copia cache di un documento web http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:AHGnX3jYEPEJ:www.storiaxxisecolo.it/resistenza/Le%2520brigate%2520Garibaldi%2520e%2520la%2520lotta%2520di%2520liberazione%2520nel%2520sud%2520ovest%2520Milanese.doc+&cd=1&hl=it&ct=clnk&gl=it

    il documento reale si può scaricare dal link http://www.storiaxxisecolo.it/resistenza/Le%20brigate%20Garibaldi%20e%20la%20lotta%20di%20liberazione%20nel%20sud%20ovest%20Milanese.doc

    Anche in questo documento te lo dicono in tutte le salse. Nelle campagne dell\’ ovest milanese non ci sono stati partigiani. E su, poi, non ci vuole che poca applicazione intellettuale per arrivare a capire che qua c\’erano contadini e tanta campagna, contro chi avrebbero dovuto combattere i partigiani? Contro gli spaventapasseri?
    Torna a scuola, va!, Ma stavolta scegline una seria…

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