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Se c’è un risotto autunnale è il risotto al tastasal

Il tastasal è un prodotti tipico delle province venete, ma si usa molto anche da noi.

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Quando si ammazzava il maiale si faceva una prova dell’impasto del salame per vedere se era giusto di sale e di spezie, ed ecco da dove deriva il nome. Per non scartarlo la “regiura”, cioè la padrona di casa, preparava questo risotto bello sostanzioso per la famiglia e i lavoranti che avevano trafficato tutta la mattina alla preparazione delle carni macellate. Ora la pasta di salame si trova già pronta al supermercato.

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la scala Rho b&b

Gli ingredienti del Risotto al tastasal: gr. 350riso Vialone  o Arborio o Carnaroli , tastasal (pasta di salame a grana grossa)   gr. 350, burro gr. 80, un bicchiere di Barbera, o vino rosso corposo,  una cipolla piccol e ottimo brodo di carne. Mondare, lavare e affettare sottilmente la cipolla.

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Nella pentola del risotto far soffriggere la cipolla nel burro quando spumeggia e quando avrà preso colore aggiungere il tastasal sbriciolato. Far cuocere, mescolando, per 5 minuti. A questo punto unire il riso e farlo tostare. Pi aggiungere il bicchiere di vino, farlo evaporare e quindi aggiungere il brodo bollente. piano pinao,  un mestolo alla volta. Portare il riso a cottura “all’onda” e servire subito con, se gradita, una bella grattugiata di grana padano.

Nota della redazione
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Daniela Mari Griner

Daniela Mari Griner è nata a Milano ma vive da sempre a Casorezzo. Si è sempre interessata di cucina, milanese e lombarda in particolare, grazie alle nonne, al nonno materno e ai genitori, mamma cuoca sopraffina e papà ottimo assaggiatore. Finito il liceo classico e iniziata l’Università, abbandona questa per dedicarsi alla sua passione, la cucina appunto, e ha la grande fortuna di venire assunta come redattrice nella più prestigiosa rivista di cucina “La Cucina Italiana”, allora sotto la guida delle mitiche sorelle Gosetti. Qui partecipa alla stesura delle ricette, sia innovative sia tradizionali, alla ricerca delle radici delle stesse e sviluppa la sua conoscenza della cucina di Milano e del territorio circostante, conoscenza e ricerca che proseguono anche dopo aver lasciato la rivista e che continuano nel tempo sino ai giorni nostri

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