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Arrestano Addisi, ex consigliere del PD, e l’amministrazione di Rho traballa

L’arresto di Luigi Addisi, ex consigliere comunale del Pd di Rho, all’interno della operazione Quadrifoglio , ha messo in completo subbuglio l’amministrazione di Rho, che ora rischia moltissimo.

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Non è difficile, infatti, dedurre che se è stata sciolta l’amministrazione di Sedriano, anche l’amministrazione di Rho potrebbe fare la stessa fine. La causa dello scioglimento dell’amministrazione di Sedriano e della decadenza del Sindaco Alfredo Celeste fu un fatto di cronaca che ha riempito pagine di giornali di tutto il paese per mesi e mesi e i processi che ne derivano non si sono ancora conclusi.

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All’interno dell’inchiesta che portò alla caduta dell’ultima Giunta di Regione Lombardia, cui la Lega Nord ritirò la fiducia, furono esaminate anche le elezioni di Rho. Il concorrente del sindaco Romano, sostenuto dal PD, era Fabrizio Cecchetti,  della Lega nord, ora vicepresidente del consiglio della Regione Lombardia.

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Uno dei candidati consiglieri a sostegno di Fabrizio Cecchetti, Marco Tizzoni , come risultò dalle intercettazioni effettuate in quei momenti, furono offerti, con un sms, i voti di una certa “lobby”. In accordo con il candidato sindaco Cecchetti, Tizzoni, con un sms, declinò, gentilmente ma in modo deciso, l’offerta. L’amministrazione di centro sinistra di Rho, condotta dal sindaco Romano, si trova in una posizione imbarazzante. Consapevole dei rischi che corre l’amministrazione di Rho, il sindaco Romano ha fatto pubblicare sul sito del Comune un comunicato stampa per correre ai ripari. Ve la pubblichiamo integralmente.

Il comunicato firmato dal sindaco Romano

“Le accuse mosse all’ex consigliere comunale Luigi Addisi, per quanto ho potuto apprendere dai comunicati stampa e dagli elementi finora resi noti dalla Procura della Repubblica, riguardano il reato di abuso d’ufficio aggravato che lui avrebbe commesso al momento della votazione della delibera di approvazione del PGT del Comune di Rho. In particolare il Consigliere Addisi avrebbe omesso di astenersi dalla votazione pur avendo un interesse diretto, quale socio occulto, in un’operazione immobiliare connessa alla ristrutturazione del Palazzo Gorani di Lucernate. Anzitutto né io né alcun altro membro della mia amministrazione eravano a conoscenza dell’interesse di Addisi in tale operazione.

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Prima della votazione in Consiglio Comunale avevo anche inviato una lettera a tutti i consiglieri ricordando il loro lo specifico dovere di astenersi in caso di interesse diretto o indiretto connesso al nuovo PGT. Tale dovere era stato anche ricordato prima dell’inizio della discussione in aula.

In secondo luogo devo escludere nella maniera più categorica che l’ex Consigliere Addisi abbia avuto la possibilità, nemmeno minima, di influenzare le scelte sul PGT il cui percorso è stato assolutamente trasparente ed improntato al cd “consumo zero” e quindi senza dar vita ad alcuna speculazione edilizia. Addisi non si è mai fatto portatore, né in Consiglio Comunale né nella precedente fase di confronto di istanze particolari, a favore di chicchessia.

Per quanto riguarda nello specifico i fatti contestati posso dire che la ristrutturazione del Palazzo Gorani di Lucernate era stata già autorizzate nel 2009 (quindi 4 anni prima dell’approvazione del PGT) anche se i lavori dopo poco si erano fermati e che il nuovo PGT ha solamente riconfermato la precedente destinazione urbanistica ovvero quella di “Nuclei di Antica Formazione” al fine di una massima salvaguardia.

Per tale motivo quell’area non fu oggetto di alcuna discussione politica e nemmeno di specifiche istanze o osservazioni da parte dei proprietari e tanto meno di Addisi. Nessuna speculazione sarà quindi possibile su tale immobile. Vi è stato invece un cambio di destinazione urbanistica di un’area di circa mq 1.500 retrostante lo stesso palazzo Gorani. Tale area nel PRG era destinata “mitigazione industriale” ed il PGT l’ha trasformata in area industriale con esclusione quindi di insediamenti residenziali.

Ciò è stato frutto della decisione tecnica e di carattere generale che ha portato all’eliminazione di tutte le aree con la medesima destinazione (“mitigazione industriale), per lo più aree “cuscinetto”, che sono state inglobate nei confinanti comparti industriali e ciò per consentire eventuali sviluppi ed ampliamenti delle attività produttive.

Questo al pari di quanto avvenuto per le aree che erano nel PRG classificate come “verde privato” che sono state inglobate nel tessuto residenziale esistente e ciò per una complessiva operazione di semplificazione delle destinazioni urbanistiche.

Posso quindi assicurare, a nome mio e di tutta la mia amministrazione, che in nessun momento, né pubblico né privato, si è discusso in modo specifico di queste aree e che nessuno, come detto, era a conoscenza dell’esistenza di interessi, a quanto pare comunque occulti, dell’ex consigliere Addisi.

Le scelte sul PGT, come su ogni nostro altro atto amministrativo, sono state compiute nell’esclusivo interesse della città, e senza subire alcuna influenza o condizionamento esterno.Resta ovviamente l’amarezza e la forte preoccupazione per i fatti portati alla luce da questa indagine che non possono che farci riflettere sulla necessità di una sempre maggiore attenzione.”

Il sindaco Romano ha ragione. Infatti, chi ha a che fare con la  ‘ndrangheta non racconta in un consiglio comunale o ai non calabresi come fa a interessarsi ad alcuni progetti. Se un consigliere comunale appartiene a “quel mondo”, quello che vuol fare lo fa sicuramente di nascosto. Non è che se qualcuno chiede a questi personaggi di rispettare la legge, loro lo fanno. D’altra parte, se i capi mafia dicessero ai milanesi:

“Scusate, siamo della ndrangheta e vorremo fare il pgt come piace a noi” non riuscirebbero a realizzare i loro scopi, giusto? Non riuscirebbero nemmeno ad entrare nelle liste elettorali dei nostri paesi per proteggere i loro interessi. Per questo motivo è apprezzabile chi ha il coraggio di rinunciare a un possibile pacchetto di voti di dubbia provenienza, magari di rinunciare anche alla vittoria con un “no grazie”, detto prima.

Forse, attualmente, al sindaco Romano converrebbe dare le dimissioni prima che intervenga Angelino Alfano. Chissà! Sarà una valutazione che dovrà fare l’amministrazione comunale di Rho, anche la parte che è all’opposizione, in merito anche a ciò che davvero sarà appurato dalle indagini. A Desio, per un solo sospetto, avevano dato le dimissioni consiglieri comunali di PD e Lega nord insieme. (Fonte e foto: Comune di Rho)

Nota della redazione
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Anna Alice

Ogni persona ha una vita normale e una vita di fantasia, di pensieri e di sogni. Sono una impiegata, una contabile. Ho a che fare ogni giorno con i numeri, e raccontare il mondo con le parole è il mio modo di fuggirne.

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