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Libertà di stampa fra Clandestini, migranti, e Lega Nord

La parola clandestino o clandestini è una parola proibita alla stampa e ai giornalisti, che devono sostituirla  con le parole migrante, migranti, immigrati, richiedenti asilo o, nel caso peggiore, quando vogliono proprio parlare male della categoria,  possono arrivare a definirli irregolari.

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Questa situazione è iniziata nel 2008, con l’emissione da parte della FNSI Federazione Nazionale Stampa Italiana, uno dei sindacati dei giornalisti,  della Carta di Roma. Questa Carta si è data forma di codice deontologico e ha imposto la regola a tutti.
Adnkronos  si è adeguata e lo scorso aprile il suo presidente ha dichiarato che la parola clandestino sparirà dalle notizie diramate dall’agenzia di stampa e sarà sostituita da quelle ammesse dalla Carta di Roma.

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Pare che il caldo suggerimento ad adeguarsi sia arrivato dall’on. Laura Boldrini. Tutto si è svolto abbastanza in sordina e la sostituzione della parola è avvenuta nei telegiornali, sulla carta stampata e ha coinvolto persino la Lega Nord che alla manifestazione del 14 luglio a Magenta, in provincia di Milano, non si è ribellata all’arrivo dei clandestini alla casa Vincenziana, ma alle “politiche migratorie del governo italiano” mentre la parola clandestino campeggiava sui cartelli in mano ai partecipanti.

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Anche questa settimana, a Castano Primo, sempre in provincia di Milano,vi sarà una festa della Lega Nord il cui lo slogan è “Clandestino è reato e il messaggio è “contro le politiche migratorie del governo”. Queste due iniziative della Lega Nord in questa guerra delle parole sono emblematiche: ricordano un po’ il movimento ermetico durante il fascismo: si hanno infatti due reazioni alla proibizione dell’uso di determinate parole: da una parte c’è la presa per i fondelli ( contro le politiche migratorie) e dall’altra la sfida aperta ( clandestino è reato).

L’ultima volta che avevo sentito parlare della censura di determinate parole da parte di enti istituzionali era stato a scuola, quando si rideva leggendo, nei libri di storia, le parole proibite dalla Censura fascista, emanazione del Min  Cul Pop, e ci si domandava come fosse possibile che persone intelligenti, come certi autori letterari che studiamo ancora, accettassero di sottoporsi a una pratica simile. Le reazioni erano le stesse: la sfida e la presa per i fondelli, o l’accettazione supina della proibizione.

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E la presa per i fondelli si nasconde proprio nella parola scelta più spesso per sostituire la parola clandestino: Migrante, come le rondini. Forse proprio per questo la parola ha tanta fortuna anche fra i  giornalisti che si adattano supinamente a farsi negare la libertà di parola. Se le rondini arrivano a primavera e migrano verso l’Africa in autunno, lo faranno anche i migranti. Chi però preferisce la sfida a faccia aperta  può continuare a scrivere la parola clandestino,  clandestini, clandestino è reato..

Nota della redazione
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Anna Alice

Ogni persona ha una vita normale e una vita di fantasia, di pensieri e di sogni. Sono una impiegata, una contabile. Ho a che fare ogni giorno con i numeri, e raccontare il mondo con le parole è il mio modo di fuggirne.

2 pensieri riguardo “Libertà di stampa fra Clandestini, migranti, e Lega Nord

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