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Volandia, un gran bel modo per conoscere l’avventura dei cieli

Se si parla di Volandia la parola museo è molto riduttiva. La parola museo, specialmente per i bambini, è simbolo di noia. Volandia invece è favola e avventura: è come sfogliare le pagine di un libro che parla di grandi eroi e delle loro imprese. Affascina e ti accompagna dal passato al futuro attraverso il racconto e la sperimentazione diretta di ognuno degli oggetti esposti.

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Ogni aereo che è esposto è stato ambientato nello scenario che rappresenta l’avventura che ha vissuto e ti porta, con l’immaginazione a riviverla di nuovo, imparando a conoscere i momenti più gloriosi dell’uomo, ma anche le vicende più tristi, come quella che racconta della storia dei sei avieri italiani che durante la seconda guerra mondiale sono caduti nel deserto di Libia e sono stati ritrovati da un elicottero dell’Agip che sorvolava la sabbia durante una missione di ricerca del petrolio.

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Lo scheletro di uno dei soldati è stato trovato dall’ elicottero che ne aveva avvistato la figura dall’alto, vestito ancora con la divisa militare e le piastrine al collo. Pur essendo ferito aveva camminato nel deserto per cento chilometri per cercare aiuto, prima di cedere e morire. Un aiuto che è arrivato con 30 anni di ritardo. Dalla sue piastrine di riconoscimento si è riusciti a identificarlo come uno dei dispersi in guerra e da lì sono iniziate le ricerche degli altri che s è concluso con il ritrovamento dell’aereo e dei corpi degli avieri.

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Un’altra storia assolutamente affascinante è quella di una balilla, un’automobile di lusso, ancora lucida e fiammante che fu ritrovata murata in una stanza segreta di una cascina recentemente acquistata dalla provincia di Varese. Il proprietario, per timore che il regime fascista gliela sequestrasse, l’aveva nascosta. Poi era morto durante la guerra e nessuno si era ricordato della balilla. Purtroppo, prima di nasconderla si era dimenticato di togliere l’acqua dal radiatore e i 60 inverni passati dietro al muro della stanza segreta, in cui l’acqua gelava, hanno rotto il radiatore. La Balilla è perfetta ma non sostituire il radiatore è tropo costoso e così l’automobile, di proprietà della provincia è stata sistemata nel museo, a fianco di una aereo civile della stessa epoca.

Bellissima anche la storia del Dc3 che si trova in una sala apposita e che ha vissuto guerre, ha volato in Africa, è stato al centro di un rapimento e di una battaglia, per poi arrivare a Malpensa in volo e poi essere portato a Volandia.

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Un’altra cosa che può affascinare i bambini, a parte la grande sala giochi con i tappeti e i gonfiabili, è una immensa collezione, più di 1800 esemplari, di modellini di aerei costruiti a mano. Piccoli giocattoli e miniature di aerei di tutto il mondo, che potrebbero lasciar senza faito i più piccoli. Poi si va verso il futuro e a vedere l’ultimo nato dell’aviazione: il combivolo. Un aereo in grado di decollare come un elicottero e, quando è in alto, ruotare i motori e le eliche per volare come un aereo.
Volandia si trova a due passi da Malpensa, a Somma lombarda,  nelle antiche officine della Caproni, una delle aziende che sono state alla base dello sviluppo dell’aeronautica europea.

Nota della redazione
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Ilaria Maria Preti

Metà Milanese e metà Mantovana. Ho iniziato giovanissima con cronaca, cibo e politica. Per anni a Tvci, una delle prime televisioni private, appartengo alla storia della televisione quasi nella stessa linea temporale dei tirannosauri. Dal 2000 al 2019 speaker radiofonica. Ora scrivo su alcune testate, coordino portali di informazione, sono una giornalista, e una Web and Seo Editor Specialist

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